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Tre 0-0 in quattro partite sono troppi anche per una persona paziente come me

Non ho mai avuto la sensazione che il Napoli potesse segnare. Anche io, comunque, in una libreria di Roma ho vissuto il mio personale 0-0

Tre 0-0 in quattro partite sono troppi anche per una persona paziente come me

Mai avuta la sensazione che il Napoli potesse segnare

Tre 0 – 0 in quattro partite sono troppi anche per una persona paziente come me, lo sono anche per un’altra persona molto paziente quale è Carlo Ancelotti. Sono però tre pareggi a reti inviolate molto diversi l’uno dall’altro. In quello contro il Milan quasi mai tirammo e il rischio di addormentarsi davanti allo schermo fu molto grande; in quello contro la Fiorentina mi pare mancò soltanto un po’ di cattiveria sotto porta; ieri sera, contro il Torino, la cattiveria (eccetto Allan) non è proprio scesa in campo. Ho visto quasi tutta la partita, non ho mai avuto la sensazione che il Napoli potesse segnare. Si tratta di percezione non di verità assoluta.

Guardavo le azioni, il Napoli non avrebbe corso alcun pericolo e questa è cosa buona, ma nello stesso modo mi pareva che quella facilità con cui arrivasse ai venti metri dei granata mai avrebbe potuto trasformarsi in gol. Voi mi direte che abbiamo avuto un sacco di occasioni e ci mancherebbe altro. La risposta va cercata nel modo in cui i calciatori del Napoli sono andati al tiro, sempre un po’ morbidi, qualche volta in ritardo (vedi Milik), quasi sempre facendo la scelta sbagliata in fase di ultimo passaggio. Se si guardano le immagini dall’alto si noterà che in almeno 4 o 5 occasioni (vado a memoria) c’è un calciatore del Napoli che avrebbe meritato di essere servito perché propostosi per tempo e meglio rispetto a un altro, eppure la scelta di chi ha compiuto il passaggio è stata un’altra. Occasioni sprecate.

Altro aspetto da considerare è la facilità con cui il Napoli arriva al cross e subito dopo l’altrettanta facilità con la quale li sbaglia. So che c’è una corrente di pensiero a cui piace molto che il Napoli crossi, a me piace tutto quello che consenta al Napoli di segnare. Affinché i cross mi piacciano occorrerà che qualcuno sappia farli, perché quaranta traversoni fatti più o meno a caso sono inutili.

Naturalmente c’è anche un po’ di sfortuna, ma la buona sorte va assecondata.

Il mio personale e imperdonabile 0-0

Ieri ero a Roma, ho passato un’ora in una bella libreria, frugando come sono solito fare tra le vecchie edizioni. Ho preso tra le mani un romanzo che ho già in edizione più recente. L’ho tenuto tra le mani, l’ho annusato, l’ho rimesso al suo posto, ho fatto un giro, l’ho ripreso, l’ho sfogliato, ho letto l’introduzione del tempo, 1954, l’ho rimesso di nuovo a posto, ho fatto un altro giro, ho scelto due libri che poi avrei comprato, ho ripreso il romanzo per la terza volta dallo scaffale, ho controllato l’indice, i dati di stampa, sfogliato le pagine leggermente ingiallite. L’ho rimesso a posto e chissà perché non l’ho comprato. Tornando a Venezia in treno ho ripensato a quei momenti e al perché non l’avessi comprato. Non c’è un vero motivo, con i libri si fa così, almeno io faccio così; mi sono sentito però come un calciatore che spreca un’occasione favorevole dopo una bella azione, quando tutte le condizioni sono favorevoli al gol ma tiriamo fuori, ma ci facciamo anticipare, ma il portiere blocca il nostro debole tiro, ma finiamo in fuorigioco. Non aver comprato quel libro è il mio personale 0 – 0. Imperdonabile.

Il Napolista

Non sono d’accordo con diverse cose che si scrivono su Il Napolista, così come al Napolista spesso le mie opinioni non sono condivise, forse il motivo principale per cui scrivo qui sta nel non essere d’accordo tra di noi. Vivo da troppi anni lontano dalla città per capirci qualcosa di ciò che succede e di cosa pensi la gente, ne capisco qualcosa di pallone – pur essendo un tifoso -, nessuno mi ha mai detto scrivi questo o scrivi altro. Nessuno mi ha mai corretto o cambiato una sola parola, a meno che non si trattasse di un refuso. La rubrica per me è un divertimento, quando non mi divertirà più farò altro. A monte di tutto questo c’è la stima che ho per Massimiliano Gallo con il quale credo di essere d’accordo solo su Quagliarella e forse su qualche tipo di vino. Fine del momento di inutile retorica.

Tre domandine facili.

Che ne è stato di Mertens?

Milik è il polacco sbagliato?

Malcuit può diventare molto forte?

Non rispondete, le lasciamo qui queste domande, almeno fino a giovedì

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