Sorbillo: «Il calcio non c’entra, mai pagato il pizzo»

Al Corsera smentisce la pista legata allo stadio: «È un atto per colpire un simbolo, accade quando cambiano gli equilibri. Non ho paura, sono demoralizzato»

Sorbillo

Un incendio cinque anni fa

Il calcio non c’entra. Gino Sorbillo chiarisce il suo pensiero e lo corregge in un’intervista al Corriere della Sera. «Non è stato per la mia difesa in chiave antirazzista di Koulibaly. Il calcio non c’entra. È camorra, è abbastanza chiaro oramai. Nel centro storico, come in altri quartieri di Napoli, ci sono assetti criminali in continuo fermento. Cambiano le alleanze. Di conseguenza ogni volta, nelle fasi di transizione, i nuovi gruppi hanno bisogno di “presentarsi”. Dire: eccoci, siamo noi. E siamo potenti. Per fare questo hanno bisogno di un simbolo. In questo caso, il simbolo sono stato io».

Sorbillo subì un incendio cinque anni fa, e l’autore non è mai stato individuato. Dichiara di non aver mai ricevuto richieste di pizzo. «No, sinceramente no. Ma poi da me vengono i magistrati, i poliziotti… Vengono tutti. Io rappresento un presidio di legalità. Vivo e lavoro con il popolo. Non è facile entrare a chiedermi di pagare una “protezione”».

«Non ho paura, sono demoralizzato»

La sua ricetta è: «la bonifica dei vicoli, con l’aggiunta delle telecamere. Non devono esistere strade di serie A e strade di serie B. In altre città i vicoletti sono una risorsa. Qui da noi invece sono un incubo, sono rifugio per la criminalità. Andrebbero ripuliti e resi più vivibili. Anche l’architettura condiziona l’ambiente sociale. Non mi vergogno di dire che sono cresciuto in un basso, e spesso passo lì davanti dove vivevo con mia mamma. Per me rappresenta un bel ricordo».

«Non ho paura, sono demoralizzato. Continuo a vedere tanta aggressività urbana. Guappi e guappetti».

Al Mattino, in un’altra intervista, dice: «In questi casi si pensano mille cose. Un balordo, un invidioso, qualcuno a cui do fastidio, magari senza saperlo. La gente di questi tempi è strana, c’è tanta rabbia verso chi è conosciuto, chi ha successo. Non voglio pensare ad una ritorsione. Non è un mistero per nessuno che sono in prima linea da sempre per la legalità e contro la camorra. Alla fine la partita che si sta giocando a Napoli è questa. Da tre anni la città scoppia di turisti, le attività ristorative vanno bene e la pizza sta volando».

«Il pizzo lo chiede la vecchia camorra che ormai è sparita, i veri soldi si fanno con la droga. Forse qualche sbandato, qualche tossico, ci può provare ma non fanno paura a nessuno».

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