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Manchester City-Liverpool, bellezza e intensità della Premier

Una partita fantastica, in cui c’è stato tutto: polemiche arbitrali, gol bellissimi, qualità e anche la controrivoluzione tattica nel nome dell’intensità.

Rispettare le attese

Ci sono i big match che tradiscono le attese, e quelli che le rispettano appieno. Due estremi, in mezzo lo spettro intermedio del calcio. Ecco, Manchester City-Liverpool è stata una partita non grigia, estrema, crudele, quasi cruenta nella sua intensità. Nella sua bellezza quasi ancestrale, puro english football con tutte le sfaccettature. Con tutte le nuove sfaccettature, perché la Premier resta la Premier, con le sue caratteristiche di atletismo necessario e logorante. Ma Guardiola e Klopp sono rimasti Guardiola e Klopp, una sfida infinita per due stili diversi, entrambi manichei eppure così lontani.

Ieri ha vinto Guardiola, ma ha vinto in modo sporco. Ovviamente nessun tipo di complotto – anche se non è mancato il doppio caso arbitrale, un gol fantasma risolto con perfetto tempismo storico dalla Goal Line Technology e un’espulsione richiesta dal Liverpool per un fallaccio di Kompany -, per sporco intendiamo un successo lontano dai canoni estetici del dominio sognato e rincorso da Pep. Soprattutto nel finale, il City è sembrata una squadra estremamente lontana da sé. Tutti dietro quando il Liverpool provava gli assalti finali, i tre punti erano troppo importanti per poter solo pensare di sacrificarli sull’altare rischioso dell’idealismo tattico. Per Barney Ronay del Guardian, «City learning to win ugly. Incorrectly so. City did not win ugly here. They won very ugly». Una rivoluzione copernicana per Guardiola, forse solo un’emergenza data da una classifica che rischiava di diventare irrecuperabile. Ma che ora dice Liverpool 54 e Manchester City 50.

C’è tutto

Tra le righe dei paragrafi precedenti, c’è scritto che Manchester City-Liverpool è stata una partita con dentro il tutto. La bellezza della Premier sta nella sua particolare caratteristica tattica, che ad un certo punto porta la squadra di Guardiola a difendersi bassa. Come una provinciale. È l’intensità del gioco e dei giocatori che per un attimo cancella la tattica, depotenzia la tecnica, porta il discorso su un piano fisico – quantomeno in sfide caratterizzate da valori simili.

Poi, anche i casi arbitrali. Dopo la partita, Klopp ha proseguito nel suo nuovo giochino di discussione sugli arbitri, chiedendo con la sua solita (finta) pacatezza «How on earth was Vincent Kompany not sent off?’». Come mai Kompany non è stato espulso? Una polemica che però scolora rispetto all’impatto emotivo di una partita che sui social è già diventata un cult, anche – se non soprattutto – per la telecronaca “appassionata” di Paolo Di Canio, da sempre amante e conoscitore del calcio inglese. Ad un certo punto, nel finale, l’ex attaccante di Lazio e West Ham ha detto di voler mettere i parastinchi e di voler entrare in campo. Tanta era l’adrenalina per un match giocato senza esclusione di colpi. Con una qualità rintracciabile solo in pochi altri contesti, forse solo con Barcellona e Real Madrid. Al massimo, Juventus e Bayern Monaco. Il Napoli è ancora sotto questo livello, ce ne siamo accorti ad Anfield.

I gol

Il paradosso è che abbiamo scritto di tutto, o quasi, meno che dei tre gol. Il primo è una magia di Aguero, tocco a seguire su cross basso, e poi una botta incredibile sul primo palo; il secondo è pura tattica di accerchiamento, Alexander-Arnold, cambio di campo per Robertson, cross perfetto per Firmino e palla in rete; e poi Sané, con un diagonale strettissimo, palla che bacia il palo e poi finisce in porta.

C’è tutto, anche nei gol: qualità personale, capacità di costruire azioni collettive, la ripartenza veloce del City per la rete decisiva. Sì, Guardiola ha vinto con uno stile diverso. Forse era l’unico modo per battere Klopp, la sua nemesi storica. Forse era l’unico modo per tenere aperta la Premier, quando la Premier ha partorito un avversario diverso, e molto forte. È la bellezza di questa lega, perfetta nella confezione e nella sua stessa autonarrazione. Manchester City-Liverpool è stata un capitolo fantastico.

 

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