«La figura di Moggi – scrive Maurizio Crosetti – non è mai sparita dalla Juventus. Qualche dirigente bianconero potrebbe dirgli che non è proprio il caso…».
La visita alla Continassa
«Un grande dirigente, peccato sia anche un radiato dalla giustizia sportiva per fatti riguardanti la Juventus». Maurizio Crosetti, su Repubblica in edicola questa mattina, centra perfettamente il punto in merito alla visita di Luciano Moggi alla Continassa, là dove si allena e dove ha sede e stadio la Juventus. Il cronista del quotidiano romano insiste sulla percezione di normalità rispetto a degli incontri che ha davvero poco o nulla di normale. Leggiamo ancora: «Come se niente fosse, ecco comparire su Twitter le foto fraterne con Allegri e Chiellini. E non si tratta di bontà natalizia, perché Moggi alla Juve è visto così anche a Pasqua e Ferragosto, cioè sempre. Moggi? Il più bravo di tutti, ebbe del resto a dire Andrea Agnelli poco dopo essersi insediato alla presidenza, lui che non ha mai ipocritamente nascosto la sua formazione e il suo apprendistato sportivo sulle ginocchia di Lucianone e del dottor Giraudo. Nessuno dei due si è mai allontanato davvero dalla Juventus, come a Torino sanno anche i bambini».
Anche questo è un altro punto: Luciano Moggi è una figura presente nella vita della Juventus. E anche del calcio nazionale: «Scrive su giornali e siti, fa l’ospite in tivù. Le foto natalizie alle Vallette le ha postate lui, attivo sui social come un ragazzino, sempre battagliero e tonico. E del resto, se ieri si è presentato, mica potevano cacciarlo. Ecco, forse, non essendo di sicuro stata un’improvvisata, qualcuno dalla sede della Juve poteva magari suggerirgli che non era il caso, o almeno di evitare la fotogallery. Sia come sia, Luciano Moggi è tornato laddove ha vinto tanto, e dove continuano a contare ed esibire anche i due famosi scudetti da lui conquistati e da lui perduti sappiamo come, sappiamo perché. Quegli scudetti non esistono, ma alla Juve li contano eccome, fortissimi in storia ma un po’ deboli in aritmetica. E comunque, suvvia, che volete che siano appena tre fotografie (cinque sul campo)».