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L’enigma di Zielinski, il calciatore senza ruolo

Zielinski dà la sensazione di non essere a suo agio come esterno, e come centrocampista centrale. Ha tempo per recuperare, ma c’è il pericolo che resti un talento incompiuto.

L’enigma di Zielinski, il calciatore senza ruolo

Il più penalizzato dal nuovo modulo

La situazione di Piotr Zielinski è veramente anomala. Doveva essere un perno del Napoli di Ancelotti, ed effettivamente è uno dei calciatori più utilizzati dal tecnico emiliano. È il terzo per minutaggio in Serie A, i dati della Lega lo mettono subito dietro gli intoccabili Koulibaly e Allan con 1461 minuti di gioco. In Champions ha giocato tutte le partite, però solo la prima da titolare, quella a Belgrado contro la Stella Rossa. Se vogliamo utilizzare le partite europee come cartina tornasole per individuare la formazione “titolare” di Ancelotti, allora il polacco è effettivamente “retrocesso” nelle gerarchie. Solo che però poi c’è il minutaggio, e allora Zielinski diventa un enigma.

Il problema potrebbe essere quello della collocazione tattica. Nel modulo spurio di Ancelotti (4-4-2 in fase difeniva, poi uno schieramento più liquido in attacco), Zielinski ha due possibili collocazioni: esterno su una delle due fasce, oppure centrocampista davanti alla difesa, nel cosiddetto doble pivote. È stato schierato in questi due slot, in realtà ha anche agito da sottopunta nel secondo tempo contro il Milan, la miglior partita stagionale di Piotr. La doppietta che permise al Napoli di rimontare una partita che sembrava già persa pareva aver finalmente fatto detonare il talento dell’ex Empoli ed Udinese. Invece, il cambio di sistema di gioco l’ha penalizzato.

Per un motivo semplice: Zielinski non sembra essere a suo agio come esterno di centrocampo, né tantomeno come interno in un reparto a due. Zielinski, con Sarri e Giampaolo, ha giocato come mezzala di un centrocampo a tre e/o come trequartista, in situazioni di emergenza come terzo di un tridente. Tutte posizioni che non esistono nel nuovo Napoli, o che quantomeno fanno più fatica a configurarsi secondo il modulo costruito da Ancelotti. Ecco che allora l’enigma-Zielinski è soprattutto un rebus tattico.

Una questione tecnica

È anche una questione di pura qualità tecnica, o meglio di caratteristiche. Il Napoli che gioca sulle due fasce mantiene ancora un gioco asimmetrico, per cui la costruzione in spazi stretti viene concentrata soprattutto sulla sinistra. Zielinski ha grandi qualità nel trattamento del pallone, sa farsi trovare e trovare i compagni, ma la sua modalità di penetrazione nelle difese avversarie è di tipo verticale, Piotr preferisce portare la palla verso la porta piuttosto che scambiarla ripetutamente con i compagni. Un tipo di conduzione perfetta per una mezzala o per un laterale di tridente (vedi sopra), ma che in una collocazione diversa necessita di un’interpretazione diversa. Per dirla più semplice: Fabian Ruiz rende molto di più in quel ruolo perché viene a giocare di più il pallone tra le linee rispetto a Zielinski, che ha un approccio più offensivo e “individualista”, se vogliamo.

L’idea di Sarri era quella di trasformare Zielinski in un centrocampista moderno di tipo associativo, che sfruttasse gli spazi liberi che si creavano tra le linee dopo i giochi di posizione con i due laterali. Con Ancelotti, invece, è l’esterno di centrocampo a creare gli spazi per questi triangoli. Il laterale di sinistra viene in mezzo e apre gli spazi per i compagni, non li attacca. Zielinski, quindi, viene penalizzato. E viene penalizzato anche come componente del doble pivote, perché le attribuzioni difensive di tipo “bloccato” non gli permettono quegli strappi che fanno la differenza.

Personalità

È come se la crescita di Zielinski si fosse arrestata. Anzi, arenata rispetto a questa incompatibilità iniziale, che fa fatica a risolversi. E a cui Piotr non sembra riuscire a rispondere con la giusta verve, con la personalità che serve. A 25 anni da compiere, il centrocampista polacco è ad un bivio: pur se effettivamente in difficoltà tattica rispetto ad alcuni compagni, occorrerebbe una risposta emotiva, una specie di scatto che gli possa permettere di recuperare il suo status di intoccabile. Di intoccabile vero. Di pilastro per il futuro.

Il rischio è quello del calciatore incompreso, incompiuto. Anche perché Ancelotti gli sta dando tante occasioni per imporsi, torniamo indietro al discorso del minutaggio. Eppure l’impatto sul tabellino e sul gioco del Napoli sembra abbastanza limitato, soprattutto in relazioni alle potenzialità tecniche del ragazzo. Ecco, il punto sono proprio le aspettative non ancora mantenute. C’è ancora tempo, ma il pericolo è che questa sensazione di incompiutezza finisca per essere semplicemente la verità. Cioè, che Zielinski possa essere questo e poco altro, non quello che ci aspettavamo. Il Napoli è una squadra che funziona, e proprio per questo non può attendere troppo la crescita di un giocatore che ritarda troppo nel tempo. Zielinski ha ancora modo di rimettersi al passo. Ma deve tirar fuori la personalità, deve comprendere qual è il suo spazio, e imporsi. Definitivamente.

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