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Ponte Morandi pronto il 2020. Autostrade tratta con gli sfollati

Demolizione entro il 15 dicembre, poi la ricostruzione. I quotidiani tornano a parlare del viadotto, ma non delle indagini

Ponte Morandi pronto il 2020. Autostrade tratta con gli sfollati

Il commissario Bucci attende la conversione in legge del decreto Genova (che oggi dovrebbe arrivare al Senato) per nominare la sua squadra, scegliere il progetto di demolizione del ponte Morandi e inviare le lettere alle aziende affinché propongano progetti per la ricostruzione.

Qualche anticipazione sullo staff che affiancherà il sindaco l’abbiamo già data ieri, oggi Il Secolo XIX e gran parte dei quotidiani tornano sul problema demolizione/ricostruzione.

Entro un mese via alla demolizione

“Diverse aziende hanno già presentato i progetti ma noi non abbiamo ancora scelto”, ha dichiarato Bucci, che, come abbiamo scritto ieri, ha anche parlato di una possibile soluzione, condivisa con la Procura, per evitare che i tempi dell’incidente probatorio possano incidere sull’inizio della demolizione, ovvero “far dissequestrare prima la parte ovest e iniziare a demolirla e poi procedere con la parte est, quella sopra le case”.

Per quanto riguarda le modalità di demolizione, l’ipotesi più praticabile resta quella dello smontaggio del troncone ovest, mentre a est, dove insistono le torri 10 e 11 del viadotto e le abitazioni, non è escluso l’utilizzo di esplosivo. Il progetto definitivo sarà scelto entro fine novembre, poi sarà inviato al procuratore e al gip per avere le loro osservazioni e avviare il dissequestro. “Se tutto fila liscio – dichiara Bucci – entro il 15 dicembre” sarà tutto concluso.

La ricostruzione

Per la ricostruzione del viadotto, Bucci seguirà la strada della “negoziazione diretta senza pubblicazione” ovvero una forma semplificata di gara, che sulla carta dovrebbe consentire di ridurre i tempi di una procedura ordinaria.

Ad alcune aziende, non più di cinque, scrive Marco Imarisio sul Corriere della Sera, verrà chiesto un progetto con informazioni vincolanti sul costo e sui tempi, poi verrà presa una decisione.

Il nuovo ponte sarà pronto entro il 2020, annuncia Bucci, dichiarazione riportata su tutti i principali quotidiani di oggi.

“L’emendamento della maggioranza che non escludeva Autostrade per l’Italia almeno dalla demolizione del ponte non è ancora passato e sembra una apertura minima al coinvolgimento dell’attuale concessionario nelle varie fasi”, scrive sempre Il Corriere. Bucci, lo abbiamo scritto spesso, è sempre stato favorevole al coinvolgimento di Aspi, perché renderebbe possibile una ricostruzione interna, rapida, senza gare d’appalto normali o semplificate: “Non ho margine di manovra – dichiara – Il Commissario fa quel che gli viene detto. Sia chiaro che io eseguirò degli ordini, e mi dovrò allineare alla versione definitiva del decreto. Se il governo avrà un ripensamento, sarò ben lieto di adeguarmi”.

Chi pagherà la ricostruzione?

Su chi sopporterà il costo della ricostruzione si sofferma la Repubblica: “Lo dice la legge: il commissario deve mandare una fattura ad Aspi per quanto riguarda le spese di demolizione, ricostruzione, smaltimento e rimborsi per la case espropriate agli sfollati e alle aziende”, queste le dichiarazioni del sindaco riportate dal quotidiano.

Se da Autostrade non arriveranno i soldi “è previsto che potremo vendere i crediti a enti bancari o alla Cassa Depositi e Prestiti con un interesse previsto dalla legge dell’1,5 per cento più lo spread”.

Le crepe nel fronte degli sfollati

Sempre Repubblica parla di alcune spaccature tra gli sfollati, proprio a causa di Autostrade che ha intavolato direttamente  proposte di trattativa individuale, cioè per nucleo familiare, con gli ex residenti o proprietari delle abitazioni della zona rossa.

L’obiettivo della concessionaria “è di chiudere il prima possibile i vari contenziosi aperti con le vittime dirette e indirette dello scorso 14 agosto. Per l’azienda c’è anche un vantaggio secondario, cioè ridurre così il “peso contrattuale” del comitato dei rimasti senza casa”.

Sono circa 15 (su 258) i proprietari che hanno siglato o stanno siglando un accordo diretto con Aspi per venire rimborsati prima che il decreto Genova diventi legge.

La somma corrisposta si avvicina al 90 per cento di quanto, in teoria, previsto dal provvedimento del governo. Il vantaggio di ex inquilini o proprietari è quello di chiudere subito una vertenza che potrebbe andare avanti per svariati mesi. “Forse rinunciando a qualcosa, ma con la sensazione di gestire in proprio, senza intermediari, la faccenda. Mettendosi al riparo da eventuali problemi di coperture e altre diatribe legali tra Stato e Aspi”, scrive il quotidiano.

Ad oggi, Autostrade ha versato a fondo perduto solo 8mila euro di base (vanno aggiunti mille euro per ogni persona a nucleo familiare) alle famiglie coinvolte per le spese extra sostenute dopo il crollo, “mentre l’accoppiata tra Pris, il programma regionale interventi strategici, e il decreto Genova prevede, in sintesi: 2.025 euro per metro quadrato di risarcimento per la vecchia abitazione, più altri 71mila tra indennità di delocalizzazione — cioè l’essere stati costretti a cambiare casa — e il danno dall’averlo dovuto fare da un giorno all’altro”.

Il comitato degli sfollati, infine, riporta sempre La Repubblica, “sta cercando di spuntare un’altra somma per i danni esistenziali. Ma in questo caso la trattativa con la concessionaria è ancora aperta”.

La candidatura di Leonardo per il monitoraggio del nuovo Ponte

L’ad di Leonardo, Alessandro Profumo, si candida a gestire il monitoraggio del nuovo viadotto. Lo ha dichiarato ieri a margine di un incontro presso la Regione Liguria, come riporta Il Secolo XIX: “Siamo in grado di monitorare la sicurezza di ogni tipo di infrastruttura grazie all’alta tecnologia della quale disponiamo. Se saremo chiamati in causa da parte del governo, saremo pronti a fare la nostra parte in Liguria e nel resto d’Italia”.

Il rilancio della città: la campagna “Genova Likes You”

Domani, dalle 10 alle 13 si terrà a Genova uno degli eventi principali della campagna di comunicazione “Genova Likes You, lanciata dal Comune e dalla Camera di Commercio per rilanciare l’immagine della città sul mercato internazionale dopo il crollo del Morandi.

Ne sarà protagonista, come racconta Il Secolo XIX, il fotografo Settimio Benedusi che, originario di Genova e innamorato di Fabrizio De Andrè, ha ideato un set fotografico in via del Campo.

Parte da lì il racconto di una città che non si arrende ,che l’artista costruirà sui volti e sulle storie di chi vive quella strada ogni giorno: “Percorrerò tutta la via dall’inizio alla fine portandomi dietro un piccolo fondale bianco e fotograferò tutti coloro che lavorano lì, la mia intenzione è quella di fare una specie di piccolo censimento”

Ritratti, primi piani accompagnati da piccole biografie delle persone coinvolte, con le case, i negozi, la vita quotidiana sullo sfondo, a fare da contorno a quello spicchio di umanità catturata dall’obiettivo del fotografo in questo momento storico di passaggio per la città.

Nelle prossime settimane saranno coinvolti anche altri due artisti, Nausicaa Giulia Bianchi e Ivo Saglietti, mentre sabato 8 dicembre, dalle 10 alle 13, cinque fotografi genovesi saranno in giro per la città pronti a trasformare turisti e passanti in testimonial straordinari della campagna.

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