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Cori razzisti contro Napoli, Gravina: «Applichiamo il regolamento»

Il presidente federale invoca il modello-Ancelotti dopo gli ululati di Udine e Torino: «Un comportamento incivile, da condannare e contrastare».

L’articolo della Gazzetta

Ne abbiamo scritto ieri, in merito a Udinese-Roma: i cori razzisti contro Napoli si sono sentiti forti e chiari, dopo pochi minuti del primo tempo. E la stessa cosa è avvenuta a Torino, poche ore dopo, durante Juventus-Spal. Impossibile fare finta di niente, soprattutto dopo le dichiarazioni rilasciate da Ancelotti pochi giorni fa: «Se a Bergamo (dove il Napoli sarà impegnato il 3 dicembre, ndr) ci saranno cori di discriminazione territoriale chiederemo la sospensione della partita».

Secondo quanto riporta la Gazzetta in edicola questa mattina, «i cori di Udine saranno stati certamente annotati dagli ufficiali di gara e/o dagli ispettori federali. Molto probabilmente scatteranno le sanzioni del giudice sportivo». Allo stesso modo, almeno questo viene da dire, è già arrivata la condanna del (nuovo) presidente federale Gravina. La rosea sottolinea come ci siano stati episodi anche a Torino, ma menziona solo quelli contro i cittadini di Firenze. Ma il punto resta lo stesso, ovviamente.

Le parole di Gravina: «Il ripetersi di cori con evidente riferimento alla discriminazione territoriale negli stadi italiani è un comportamento incivile, da condannare e contrastare con determinazione. Bisogna intensificare i programmi educativi che coinvolgono i tifosi e applicare rigorosamente le norme previste dal nostro ordinamento. Ho sentito sia il presidente dell’Aia Marcello Nicchi che il designatore Nicola Rizzoli. Con loro abbiamo condiviso tutte le valutazioni del caso».

La chiusura del match invocata da Ancelotti?

La Gazzetta chiude il suo pezzo riportando l’articolo 62 delle Noif. Ovvero, quello “invocato” da Ancelotti che porterebbe all’interruzione della partita. Leggiamo: «La norma indica che l’eventuale interruzione di una partita per cori razzisti o ogni altra manifestazione discriminatoria sia disposta dal responsabile dell’ordine pubblico presente allo stadio, designato dal ministero dell’Interno, che ordina all’arbitro la sospensione. Solo se i cori proseguono anche dopo l’avviso al pubblico dello speaker, il direttore di gara può “insindacabilmente ordinare alle squadre di rientrare negli spogliatoi”. Lì attenderà che il funzionario del Viminale gli dia l’ok per riprendere la gara. La sospensione non può durare più di 45 minuti,trascorsi i quali l’arbitro dichiara chiusa la gara».

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