Allan come il vino rosso prodotto nell’Alto Casertano, sempre nel mezzo, con la capacità di sorprendere, di essere il migliore tra i grandi.
Una storia in parallelo
La diversità, l’autenticità dei varietali campani sono l’arma letale con la quale stendere ogni qualsivoglia tentazione di omologazione si azzardi dalle nostre parti, così è a conti fatti: altro che vitigni internazionali, nessun Cabernet Sauvignon piantato in Campania varrà mai più di un ottimo seppur misconosciuto Casavecchia di Pontelatone! Allan Marques Lourerio o più semplicemente Allànn per noi Napolisti, è senza dubbio l’idolo del momento in casa degli azzurri, l’esordio a Londra con la maglia verdeoro non è che l’inizio di una storia di grande riscossa per questo splendido ragazzo arrivato a Napoli nell’estate del 2015. L’infanzia tosta nelle favelas brasiliane, la lunga strada delle seconde linee, la fatica nell’emergere sempre nel segno dell’umiltà.
E poi, e poi gli ultimi anni di straordinaria crescita, prima a Udine, ora con continuità a Napoli, scaraventato sulla scena da grande calciatore di campo qual è: un rubapalloni incredibile, un faticatore instancabile, dal cuore impavido. Il suo contributo alla fase difensiva è enorme, per lui la media a partita di palle rubate, tackle mostra numeri impressionanti. Qualcuno l’ha spesso tratteggiato come un mostro di grinta e continuità. Ma Allànn ha saputo pure affinarsi a tal punto da diventare un perno imprescindibile nel centrocampo del Napoli.
La riscoperta
Il nome Casavecchia è curioso, deve l’origine al fatto che le prime piantine furono rinvenute nell’Alto Casertano proprio presso un’antica casa romana ormai in rovina, da qui appunto ‘’casa vecchia’’. Uva dai grossi grappoli, in origine coltivata a spalliera alta perlopiù nei soli comuni di Pontelatone, Formicola, Liberi e Castel di Sasso in provincia di Caserta, è stata spesso confusa come una varietà ‘’da tavola’’. Si deve la sua riscoperta soprattutto ad un uomo, Peppe Mancini. uno che alla fine degli anni ’80, da Avvocato e Principe del Foro rimette tutto in discussione e fa della sua casa di campagna a Castel Campagnano, che raggiunge perlopiù nel fine settimana, fucina di un grande progetto di rivalutazione territoriale che ha segnato la storia vitivinicola del nostro tempo.
Sono gli anni dei piccoli passi, del piccolo giardino di casa piantato a uva e le prime vinificazioni con l’aiuto dei contadini della zona; poi, pian piano, quel giardino di casa diviene un piccolo vigneto di circa 2 ettari, allevato con il sistema tradizionale della pergola casertana dove rinascono, tra le altre, il Casavecchia a cui Peppe Mancini dà il nome Centomoggia!
È un vino dal colore stupendo, generalmente viola melanzana che lascia sulla parete del bicchiere tracce cromatiche cristalline con sfumature tipo inchiostro. Il naso è una esplosione di vinosità e succo di piccoli frutti neri, mirtillo, ribes e mora. In bocca è secco, caldo; l’assaggio ci consegna sempre come prima sensazione una nota tostata leggera; poi la sfrontatezza del tannino, una gradevole acidità, chiudendo nuovamente su di un frutto delizioso, avvolgente e persistente. Un sorso di Centomoggia 2013 di Terre del Principe scalda il cuore, conquista la tavola, accende gli animi.
Giusto nel mezzo
Così è Allànn, un calciatore la cui presenza in campo è quasi sempre foriera di grande prestazione di tutta la squadra. È forse arrivato un po’ tardi al grande calcio ma in mezzo al campo fa la differenza ad ogni partita. Suona strano ma quasi non ce lo ricordiamo quando ha segnato il suo primo gol in maglia azzurra, il 13 settembre 2015 contro l’Empoli. Men che meno ce lo ricordiamo quando appena una settimana dopo segna il suo secondo gol in campionato nel match interno contro la Lazio, terminato 5-0. O il 4 ottobre quando segna nella trasferta vittoriosa al Meazza col Milan finita 0-4.
Tutti ma proprio tutti invece siamo rimasti impressionati per come ha giocato e rubato la palla a Neymar e Mbappé contro il PSG. Eccolo, tra i grandi il migliore era anzitutto lui! Proprio come il Casavecchia, tra i grandi rossi campani e italiani sta proprio là nel mezzo, giusto nel mezzo!