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Ancelotti: «Vivo per le grandi emozioni come Napoli-Liverpool. A Napoli non si viene giudicati per i titoli»

L’intervista a France Football: «Avere un gioco prestabilito, per me è un limite. Anche se ho i miei principi. Credo che a Napoli possiamo vincere»

Ancelotti: «Vivo per le grandi emozioni come Napoli-Liverpool. A Napoli non si viene giudicati per i titoli»

«Negli altri club in cui sono stato, sei obbligato a vincere»

Ieri il Napolista vi ha offerto le anticipazioni dell’intervista rilasciata da Carlo Ancelotti a France Football. L’allenatore del Napoli ha dichiarato che non esiste uno stile Ancelotti, che lui fa giocare le sue squadre tenendo conto dei giocatori che ha a disposizione; che Cristiano Ronaldo ha una sola colpa: essere andato a giocare alla Juventus.

Oggi il Napolista ha letto per voi l’intera intervista. Ancelotti ha toccato vari temi.

«La vera differenza tra le squadre come Real, Chelsea, Psg, Bayern e il Napoli è che nelle prime devi vincere. A Napoli il progetto è di continuare a migliorare. Ovviamente non amo arrivare secondo, sono competitivo. Siamo convinti, a Napoli, di poter raggiungere i nostri obiettivi. So benissimo che si viene giudicati dai risultati».

Chiellini e Guardiola

France Football gli chiede della polemica di Chiellini a proposito di Guardiola che avrebbe distrutto l’identità del calcio italiano perché gli allenatori si sono sforzati di imitarlo senza avere a disposizione né quei giocatori né le sue stesse competenze.

Per Ancelotti «Guardiola ha segnato la storia del calcio con il calcio di possesso. In effetti il pericolo è di voler copiare questo modello senza avere né le sue conoscenze né giocatori con quelle caratteristiche. Io non credo ai sistemi di gioco prestabiliti. Avere uno stile di gioco definito, per me è un limite. Ovviamente ho dei principi che non cambiano: una squadra propositiva, che sappia pressare quando il pallone lo hanno gli altri, e che resti ben organizzata sia nella fase offensiva sia in quella difensiva».

«Non è grave», risponde così quando il giornalista se lo infastidisce essere ricordato soprattutto per le sue doti di manager e meno per quelle tattiche.

«Contro il Liverpool potrebbe essere stata una partita chiave»

«Io non vivo per vincere a tutti i costi, ma per vivere grandi momenti, grandi serate come la vittoria del Napoli contro il Liverpool. Vivere grandi esperienze mi arricchisce come vincere trofei. Ovviamente mi piace vincere. Ma sono le emozioni quelle che contano di più».

«Quattordici anni fa, il Napoli era in Serie C, ed è progredito passo dopo passo, fino a essere vicecampione d’Italia e tra le prime quindici in Europa. In questo periodo il Napoli ha vinto due Coppe Italia e una Supercoppa italiana. Eppure tutti gli allenatori che ci sono stati (elenca Reja, Mazzarri, Benitez, Sarri) hanno lasciato un ottimo ricordo, vuol dire che a Napoli non si viene giudicati dai risultati. Ciò non toglie che possiamo vincere, chi può dirlo?»

«Io ci credo. Contro il Liverpool è stata una vittoria importante, potrebbe essere stato una partita chiave. Perché ha dimostrato, sia a noi ma anche agli altri, che possiamo competere anche con i migliori. Bisogna sempre pensare di poter vincere, anche contro il Psg. È probabile che possiamo perdere, ma noi dobbiamo fortemente credere di poter vincere.

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