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La straziante scena di Sarri/Jennifer Aniston che scopre il tradimento a tavola

L’intervista al Mattino conferma l’immensa magnanimità di un uomo vessato dallo spregevole De Laurentiis e per sua fortuna salvato dal generoso Abramovich che lo raccolse in lacrime

La straziante scena di Sarri/Jennifer Aniston che scopre il tradimento a tavola

O come Salvini quando vide la Isoardi baciare un altro

Meno male che è arrivato il Chelsea all’ultimo minuto. Perché francamente ci ha preso un nodo alla gola questa mattina nell’apprendere – leggendo Il Mattino – del modo barbaro in cui Maurizio Sarri ha scoperto dell’arrivo di Carlo Ancelotti a Napoli. Era lì, a tavola, intento a discutere del suo futuro con un dirigente del club. Quando d’improvviso dall’automobile negli studi della Filmauro è sceso Ancelotti. Sarri ha trovato il coraggio per raccontare il momento dell’abisso. Non tutti ce l’avrebbero fatta. Ancora non riesce a capacitarsi del perché non alleni più il Napoli. Quale crudeltà ha subito quest’uomo.

Dev’essere stato davvero tremendo. Nemmeno Jennifer Aniston deve aver provato qualcosa di simile quando hanno cominciato a circolare i gossip tra il suo Brad Pitt e Angelina Jolie. Nemmeno Salvini dev’esser caduto in un simile stato di prostrazione quando la scorsa estate si imbattè nella propria bella – la Isoardi – immortalata su una rivista mentre baciava appassionatamente un altro uomo (che poi è stato spacciato per omosessuale, ma questa è un’altra storia).

Sarri

Alla fine il bene trionfa sempre

Credeteci, abbiamo fatto fatica ad andare avanti. E siamo felici che alla fine il bene ha trionfato. Come sempre, del resto. Per fortuna il Chelsea di Abramovich – che fino a quel 21 maggio non sapeva nemmeno chi fosse Maurizio Sarri -, da sempre attento ai bisognosi, si è accorto dell’allenatore toscano. Del resto un tecnico umiliato in quel modo non lascia, non può lasciare indifferenti. Un allenatore che fino a quel momento a ogni dichiarazione aveva ostentato la propria volontà di proseguire il suo rapporto di lavoro con il Napoli, che alla fine dell’ultima partita al San Paolo non aveva affatto dato il senso di un addio. Che a più riprese aveva pubblicamente espresso la propria fiducia nell’operato della società. Davvero la vita è infame.

Dogman è un riferimento a Sarri e De Laurentiis

Una scena straziante quella raccontata da Sarri al Mattino. È ovvio che i contatti sono avvenuti dopo, non c’è nemmeno da chiederselo. Tutto è successo quando Sarri vagava in lacrime nel Casertano, in quel lembo di terra che inutilmente qualche regista ha provato a nobilitare. In fondo cos’altro era Dogman di Garrone se non un chiaro riferimento all’allenatore del Napoli? Soltanto i più superficiali hanno potuto abboccare alla storia del Canaro vessato. Era semplicemente un’allegoria per descrivere il tormentato rapporto tra Sarri e il suo aguzzino: Aurelio De Laurentiis. E gli echi del film sono giunti fino ad Abramovich raffinato cinefilo.

E non ascoltate quelli che hanno letto i libri di Ancelotti. Vorranno imbonirvi con la storiella che Abramovich sottopone i potenziali allenatori a mesi, nel caso di Carletto anni, di estenuanti esami. Balle! Menzogne di chi non ha sentimenti per capire. Ci vergogniamo noi per loro.

I figli so’ piezze ‘e core

Ma Sarri è superiore a queste grettezze. E ha mostrato ancora una volta il suo volto magnanimo. Del resto, altri non ne ha. Lui vuole bene al figlio di De Laurentiis. E lo ha dichiarato. Perdonateci, le lacrime stanno rigando lo schermo del nostro computer. I singhiozzi sono troppo forti, spero possiate comprendere qualche errore di battitura. Perché i figli so’ piezz’e core. E quindi Sarri, persino nell’avversità più fosca, ha offerto ancora una volta prova della profondità dei propri sentimenti. Ho subito di tutto, ma “al figlio voglio bene”. Musica musicante, verrebbe da aggiungere.

E lui, Sarri, vuole bene anche ai figli adottivi. A quel Gonzalo che no, non ha tradito. Anche lui è stato una vittima di De Laurentiis. Non è possibile che questo mostro agisca indisturbato, e continui a rovinare le vite altrui. No! No! No! Prima o poi questi soprusi finiranno.    

E qui, concludiamo con una preghiera di ringraziamento al signor Abramovich. Che ha accolto nel suo refettorio il nostro Maurizio Sarri e ha provato ad alleviarne le pene giorno dopo giorno. Per la nostra città resterà sempre il comandante. Come quell’altro, don Achille.

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