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Il gol alla Fiorentina può essere l’inizio della nuova vita di Insigne

Nuova posizione, nuove attribuzioni, quindi nuove giocate: l’idea di Ancelotti per Insigne è il change-to-improve, e l’inizio è abbastanza promettente.

Il gol alla Fiorentina può essere l’inizio della nuova vita di Insigne

Un nuovo ruolo

Carlo Ancelotti, ovviamente, ha spiegato meglio di tutti le scelte tattiche operate per il Napoli, e per Insigne. Parole chiare: «Abbiamo cercato di mantenere alto il baricentro, di recuperare il pallone in zona avanzata. Inoltre, volevamo togliere un po’ di pressione difensiva a Insigne. Lorenzo ha cambiato posizione, è passato sul centrodestra e in fase difensiva passavamo al 4-4-2». C’è tutta la descrizione del nuovo modello, in questa frase. E, per questo, c’è il racconto del gol segnato a dieci minuti dalla fine.

Ancelotti ha insistito con l’attacco a due punte, e alla fine ha raccolto i suoi dividendi. Insigne sul centrosinistra, in un momento di incrocio con Milik; palla perfetta del polacco, in posizione temporanea di seconda punta, e perfetta lettura dello spazio e del pallone da parte di Lorenzo. Poi, la qualità del tocco, diagonale preciso, senza fronzoli, il tiro che serviva. Dragowski non accenna nemmeno l’intervento, non potrebbe, e infatti non può. Uno a zero, il gol di Insigne suggella una grande partita di un calciatore riscritto, letteralmente, da Ancelotti. In una sola partita, c’è l’anticipazione di una possibile nuova vita.

Una nuova vita

È un discorso consequenziale, per cui una nuova posizione in campo porta inevitabilmente a cambiare modo di giocare. Massimiliano Gallo ha scritto che Insigne è uscito dalla sua comfort zone, ed è vero, come si evince dalla heatmap della sua partita (sotto). E allora il pallone telecomandato per Callejon e il tiro a giro non sono, non possono più essere delle soluzioni fisse, ma vanno integrate con altre idee, con altre giocate. Delle 10 conclusioni tentate da Lorenzo, quante ne ricordate con la solita traiettoria a rientrare? Poche, se non nessuna. È una notizia, è la notizia che qualcosa sta cambiando. E l’idea del cambiamento è di Carlo Ancelotti.

Insigne

Come abbiamo scritto sopra, Ancelotti ha letteralmente costruito il gol con l’insistenza sulla nuova idea, con la convinzione che due attaccanti veri vicini potessero funzionare anche per una squadra che da un decennio, praticamente, fa riferimento a una sola punta di ruolo. E allora Insigne rappresenta uno dei protagonisti di questo tentativo di rivoluzione, è in lui che Carlo ha individuato un possibile interprete per il ruolo di seconda punta, accanto a Milik come a Mertens, due possibili interpretazioni pratiche della stessa teoria. Con Dries in campo, il gioco di scambi è anche di tipo attributivo, gli spazi e i compiti possono essere alternati in maniera più fluida, con Milik invece le caratteristiche sono più definite, anche se il paradosso è che l’assist geniale sia arrivato dal polacco, un sinistro delizioso che ha letteralmente invitato al gol il ragazzo di Frattamaggiore.

Che, ora, ha un solo compito: continuare ad assecondare le richieste, le idee, le visioni del suo allenatore. Change-to-improve, Insigne come il Napoli, esplorare strade nuove per poterne trovare di migliori. Lorenzo ha ancora tempo, ha la qualità tecnica per poter pensare di diventare un attaccante, non come Milik o Mertens, un calciatore ancora diverso che manca al Napoli e che può idealmente alternarsi con il regista offensivo sulla fascia sinistra. C’è un mondo, oltre quello spazio. Stasera, Lorenzo ha iniziato a studiare la cartografia di questa terra nuova, promessa da Ancelotti e dalla sua lucida follia. Per il momento, questo tentativo è valso un assaggio di nuovo Insigne, un gol segnato, una prestazione di qualità, due punti in più rispetto ad uno 0-0 che stava diventando inevitabile. Non male per essere una prima volta.

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