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Hamsik: «I tifosi conoscono la strada per il San Paolo, non c’è bisogno di appelli. Spero Insigne capitano dopo di me»

A Castel Volturno la presentazione della sua autobiografia “Marekiaro”: «Non ho ancora visitato la città. »

Hamsik: «I tifosi conoscono la strada per il San Paolo, non c’è bisogno di appelli. Spero Insigne capitano dopo di me»

Hamsik presenta la sua autobiografia “Marekiaro”

La presentazione con Monica Scozzafava che ha scritto il libro, il dirigente di Mondadori Stefano Peccatori. L’autobiografia contiene anche un racconto di Hamsik scritto da Maurizio de Giovanni. 

«I tre momenti più importanti? L’arrivo, non sapevo cosa mi aspettasse, con mille tifosi. La seconda è la vittoria della Coppa Italia. Il terzo è il record di Maradona battuto».

«Ci dispiace di quella partita, contro la Fiorentina, perché ci credevamo tutti. Il sogno è sempre quello, perché questa città se lo merita».

«A me Napoli ha dato sempre tanto, dal primo giorno ho sentito tanto amore da parte dei tifosi».

Il ruolo di regista

«Ci vuole un po’ di tempo per calarmi nei panni del regista. Ci sto lavorando, Ancelotti me ne parlò sin dalla prima telefonata».

«Due ricordi molto diversi, vincere qualcosa dà una gioia incredibile. Una partita come quella di Firenze invece fa male, non hai parole, ti cade il mondo addosso. Fa parte della vita, ci sono momenti belli e brutti».

«Il momento più brutto? Ce ne sono altri oltre Firenze. Ci sono stati periodi brutti nel Napoli, dobbiamo dimenticare più velocemente possibile».

«L’approccio sbagliato nelle prima partite? Ci dobbiamo pensare, non è possibile andare sempre in svantaggio. Non sempre si può ribaltare la partita».

I tre gol più belli o importanti

«Contro il Milan, la finale di Coppa Italia contro la Juventus, altri non lo so. Spero di farne altri. Le partite? La prima Champions col Napoli, ogni partita di Champion è bella con la musica dei tifosi».

Cori razzisti

«Episodi molto difficili da contrastare. Si può anche sospendere la partita, ma non li capirò mai questi cori. Sono inutili e fanno solo male».

L’importanza dell’educazione

«Essere un esempio è importante, ci guardano tante persone, anche bambini. Per questo sono una persona molta seria e sono attento ai comportamenti. Ti vedono troppe persone. Essere educati è la prima cosa. Il futuro? Non lo so, penso di avere ancora qualche anno da calciatore professionista. Magari mi dedicherò alla scuola calcio che ho in Slovacchia»

«Ho letto metà del libro di Ancelotti, mi auguro di scrivere un libro insieme a lui per qualcosa di straordinario che raggiungiamo insieme».

«Mi piacerebbe visitare Napoli, non l’ho mai girata per questo motivo. C’è tanto amore, nell’epoca dei telefonini non ci si può nascondere».

«In dodici anni si è scritto e parlato moltissimo di me, qualcosa di inedito ci sarà nel libro».

«Ho ricordi bellissimi dei tifosi. Li senti sempre. Il tifoso napoletano non ha bisogno di appelli, la strada per venire allo stadio la trova da solo. Il calcio è la grande passione di questa città»

«Spero che la fascia di capitano la prenderà Insigne».

Cederesti la fascia a Insigne come fece Bruscolotti con Maradona?
«Non abbiamo Maradona (ride). Abbiamo giocatori forti, ma non Maradona. Se mi desse la certezza di vincere lo scudetto, gliela cederei».

I figli

«Spero che uno dei due figli possano fare la carriera di calciatore. Sono un padre che vuole stare più tempo possibile con loro»

«Fa male vedere l’Italia così. Quand’ero bambino, ricordo la finale di Usa 94».

«Può essere che rimanga a Napoli a vita. Non posso dirlo con certezza. Sono fiero di aver dedicato tutta la vita a Napoli»

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