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Ozil si ritira dalla nazionale: «Sono stato discriminato dopo la foto con Erdogan»

Il trequartista dell’Arsenal scrive su Twitter: «Quello scatto non rappresenta propaganda, per me. Il razzismo non si può tollerare».

Ozil si ritira dalla nazionale: «Sono stato discriminato dopo la foto con Erdogan»

Il post su Twitter

Mesut Ozil lascia la nazionale tedesca. E lo fa per il motivo più duro da digerire, il razzismo. Almeno dal suo punto di vista, il trequartista dell’Arsenal si è sentito discriminato negli ambienti della Mannschaft. L’annuncio su Twitter è arrivato ieri sera, e non ha lasciato spazio alle interpretazioni: «Mi sento indesiderato. Il trattamento che ho ricevuto non mi fa più desiderare di indossare la maglia della nazionale. Non è questo il motivo per il quale gioco a calcio. Il razzismo non può mai esser tollerato .

Alla base degli attacchi a Ozil, c’è la foto scattata con il presidente turco Erdogan. Il numero 10 dell’Arsenal ha risposto così a chi l’accusava di essere connivente con il regime del suo paese d’origine: «Per me non aveva importanza che fosse il presidente turco o quello tedesco, perché mi sarei comportato allo stesso modo. Ho due cuori, uno tedesco e uno turco. Durante la mia infanzia mia madre mi ha trasmesso il valore del rispetto, chiedendomi di non dimenticare le mie origini. Allo stesso tempo, nessuno ha gridato allo scandalo quando Matthäus ha incontrato Putin, o quando la Mercedes – sponsor della federcalcio tedesca – è stata investita dallo scandalo emissioni».

«Per me – ha spiegato Ozil – la foto con Erdogan non era propaganda, ma è stata usata per fare propaganda destrorsa. Non si criticavano le mie prestazioni ma il mio legame con le mie radici. Hanno usato la foto per mettere la Germania contro di me».

I nomi

Nei suoi post sui social, Ozil prende una posizione netta contro diverse istituzioni tedesche: «Bernd Holzhauer, un politico tedesco, mi ha insultato per quella foto e per le mie origini. Werner Steer, amministratore delegato del teatro tedesco di Monaco, mi ha detto di andare in Anatolia, terra di immigrati. Ho incontrato Grindel, capo della Dfb, prima di partire per il mondiale e non era interessato alle mie spiegazioni, voleva solo espormi le proprie idee. Loro non sono meglio del tifoso che, dopo Svezia-Germania, mi ha dato del maiale turco. Per non parlare delle mail, le telefonate e i post sui social pieni d’odio che la mia famiglia ha subito».

Da qui, il ritiro dal calcio internazionale di uno dei leader della generazione vincente ai Mondiali 2014. Un modo triste, davvero triste, per chiudere

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