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Il Napoli impara a conoscere Verdi il jolly d’attacco

Si fa trovare pronto come Callejon sull’assist di Insigne, calcia come sa e segna. La sua forza è soprattutto l’imprevedibilità

Il Napoli impara a conoscere Verdi il jolly d’attacco

Uno splendido tiro al volo

Lorenzo Insigne ha spazio nella sua zolla, avanza, alza la testa, volge lo sguardo verso l’altro lato del campo. Là, proprio dove si inserisce José Callejon. Il pallone parte subito, è una giocata automatica, solo che al posto del numero 7 spagnolo c’è un ragazzo di Pavia. C’è Simone Verdi. La traiettoria scende, Verdi si coordina, splendido tiro al volo, gol. Il bello è che la palla resta bassa, la cosa più difficile da fare in certe situazioni. Solo che la coordinazione è perfetta, e allora la conclusione non lascia scampo a Sorrentino. Rivediamola:

È una bella immagine, è un gol tecnico e tattico insieme: il pallone verticale verso Insigne, direttamente da Koulibaly, un must del calcio di Ancelotti; la sovrapposizione del laterale difensivo, che serve ad aprire il campo. E poi la tecnica di chi crossa, e di chi conclude. Insigne bravissimo, Verdi bravissimo. Poco da dire, poco da aggiungere.

Il gol dell’ex Bologna è il punto luce della sua partita, un collier di qualità al servizio della squadra. In tutte le posizioni, in tutti i modi. È questa la caratteristica che salta all’occhio di Simone Verdi, come scrivemmo anche nel primo scouting report in chiave Napoli, quando si parlava di lui a gennaio scorso:

Verdi ha le caratteristiche per essere considerato come il “jolly” assoluto, è utilizzabile anche al centro dell’attacco e gioca indifferentemente con entrambi i piedi. Non è un’ala classicamente detta, ama muoversi dall’esterno lungo tutto il fronte offensivo per poter azionare la sua qualità migliore, ovvero la capacità di calcio. Verdi ha un piede illuminato, anzi due (calcia indifferentemente di destro e di sinistro) per la conclusione, l’assist vincente o il passaggio che avvia l’ultima parte dell’azione.

Al posto di Insigne

Questa sera, in una partita contro un avversario di Serie A, ci siamo accorti di quale possa essere l’impatto di Verdi sul Napoli. O meglio: delle (diverse) opportunità di impatto offerte da Verdi nel sistema del Napoli. Dopo il primo tempo come esterno destro, buono il lavoro combinato con Hysaj, Simone ha preso il posto di Lorenzo Insigne a sinistra. Il suo rendimento non è peggiorato, è rimasto standardizzato verso l’alto, ad ogni movimento e per ogni conduzione venivano a crearsi i presupposti di un’occasione pericolosa.

La sua forza è soprattutto l’imprevedibilità: non è solo una questione di posizione o di movimenti, ma anche di pura giocata, Verdi può andare a destra e a sinistra, rispetto alla linea laterale può puntare l’esterno come rientrare verso il centro, sono due modi diversi per creare superiorità numerica, per mettere in difficoltà la difesa avversaria.

E poi, come detto sopra, ecco la qualità di calcio: il cross al centro o il passaggio o il tiro, tutte le soluzioni sono (quasi sempre) precise, non c’è differenza tra un piede e l’altro, e allora i compagni e il portiere possono aspettarsi tutto o non sanno cosa aspettarsi, a seconda dei punti di vista. Probabilmente, questo tipo di varietà è la caratteristica che mancava alla rosa e al gioco del Napoli. Stiamo imparando a conoscerla, anzi a riconoscerla, grazie a Simone Verdi.

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