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Napoli città anarchica, ma con un metodo funziona meglio

L’incontro organizzato da Perfetti (S)conosciuti. Da “Un posto al sole” alla Med di Stella al calcio, Napoli per emergere ha bisogno anche di regole.

Napoli città anarchica, ma con un metodo funziona meglio

Il metodo Maggio

Na sera m’arriva ‘nu sciore ‘e viento che ‘mme fa pensà ‘a te

quanne currive chiù forte e ‘nu trenu cà nun se fermave pecché

purtav ‘e suonne e chesta gente annanz ‘e arret e difennive sta città pure che prete”

Canzone per Christian Maggio, Nero Nelson.

Sono le 20 e 45 quando il metodo “Christian Maggio” mette d’accordo tutti: ospiti e partecipanti a “La città perfetta: storie di straordinaria normalità”, evento-dibattito organizzato dal gruppo di networking “Perfetti (S)conosciuti” nel Polo Culturale di Pietrasanta in pieno Centro Storico a Napoli.

“Dedizione, sacrificio, passione” sono le chiavi per superare la discrasia tra l’immaginario prodotto intorno alla città e le sue reali potenzialità. Qualità che l’ormai ex giocatore del Napoli ha saputo declinare nei suoi dieci anni al servizio della squadra.

L’industria culturale napoletana

L’incontro-dibattito era dedicato all’industria culturale napoletana e alle sue enormi potenzialità attraverso il racconto dei suoi giovani protagonisti di successo. Un’occasione per riflettere sulle potenzialità della città dal punto di vista di chi ci vive, lavora, produce, mette in circolo esperienze, costruisce relazioni e, perché no, storie. Un’opportunità di riflessione per passare dalla classica immagine della città-cartolina all’immagine di una città-produttiva.

La dicotomia anarchia vs disciplina/caso vs ordine è stata subito messa in campo dal primo degli interventi, quello di Angelo Petrella, scrittore e sceneggiatore, che ci ha raccontato delle enormi capacità di produzione creativa della città, a cui manca però storicamente un editore che unisca insieme tutte le anime che si occupano di letteratura. Una risposta è venuta da Federica Castaldi e Rosanna La Monica di Un posto al sole che ci hanno raccontato di una produzione di tipo anglosassone (il modello è australiano) che non solo “sopporta” ma addirittura esalta l’anarchia napoletana narrandola ogni giorno in 27 minuti di amore per la città e messa in scena di straordinarie capacità produttive e narrative.

Cinema e pallone

Nel mondo non c’è nulla di più anarchico di un pallone che rotola, l’imprevisto nel calcio è sempre dietro l’angolo, con una spizzata sbagliata di un difensore o un errore di valutazione di un portiere. Così Massimiliano Gallo del Napolista ha raccontato la storia di un imprenditore, avversato in città, ma che ha portato il Calcio Napoli a giocare la maggiore competizione europea e rivaleggiare con la macchina di gloria e successi della famiglia Agnelli.

Come il nuovo Calcio Napoli di De Laurentiis, anche la Mad Entertainment rappresentata da Carlo Stella e Federico Filippini, giovane regista di 25 anni, è riuscita in pochi anni a imporsi in tutto il mondo per i film di animazione, recuperando leggende urbane attraverso linguaggi innovativi e digitali. Un tipo di narrazione e di linguaggio che era appannaggio di realtà d’oltreoceano o francesi, e che invece oggi è eccellenza napoletana grazie alla capacità della Mad di far convivere esigenze produttive e creative.

Con il teatro, rappresentato dall’attrice Chiara Baffi vincitrice di premi come il famoso Eleonora Duse, e la musica di Nelson, vincitore di molti tra cui il David di Donatello per le musiche del film Ammore e Malavita, si è chiusa una serata bella, intensa e produttiva.

Concretezza e realismo

Tutte le storie hanno trasmesso un messaggio di concretezza e realtà, uno spaccato che è spesso ignorato, soffocato da un lato dall’immaginario negativo di una città spesso fuori controllo e con disservizi enormi, dall’altro da una esaltazione agiografica e macchiettistica dell’arte di arrangiarsi, da una certa di vittimismo, nonché dalla retorica delle strade piene di visitatori stranieri – dimenticando che si tratta  spesso di un turismo “mordi e fuggi”, come evidenziato anche da numerosi operatori intervistati da importanti quotidiani locali nell’edizione di stamattina.

L’auspicio è che da serate come questa e dalle iniziative di vari soggetti, tra cui Perfetti (S)conosciuti, si possano creare sinergie tra le eccellenze del territorio e soggetti esterni interessati ad investire su Napoli in termini economici, relazionali e (soprattutto) umani contribuendo così a diffondere una nuova immagine della città. Magari stavolta (davvero) perfetta.

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