Il mercato dovrebbe rifinanziarsi con le cessioni di Hamsik e Jorginho (circa 80 milioni), stipendi cresciuti fin quasi a cento milioni
L’autarchia
Interessante paginone della Gazzetta, a firma Marco Iaria, sullo stato economico-finanziario delle cinque principali società di Serie A: Juventus, Inter, Napoli, Roma e Milan.
La sezione dedicata al Napoli è presentata dal seguente titolo: “Ultimo bilancio: 111 milioni cash ma De Laurentiis predica sempre l’autarchia”.
Gli stipendi cresciuti fino a quasi 100 milioni
È l’autarchia la parola chiave. La Gazzetta evidenzia come nessun altro club italiano ha a disposizione una simile liquidità: 111 milioni veri. Il Napoli non ha debiti con le banche. Ma questo è un aspetto sia positivo sia negativo.
L’assenza di debiti bancari e di supporti azionari è indice di virtuosismo, ma priva il Napoli di quelle leve finanziarie a cui sono abituate le altre società. È un’applicazione altamente rigorosa del fair play che magari può disorientare i tifosi, tuttavia De Laurentiis è sempre stato coerente alla sua linea e sa far di conto. Due anni fa, quando si accorse che i costi operativi avevano superato il livello di guardia, piazzò la mega-cessione di Higuain, con plusvalenza di 86 milioni e utile di 67 nel bilancio 2016-17.
La Gazzetta si sofferma sulle spese sportive che sono aumentate negli ultimi anni. “Gli stipendi dei tesserati sono cresciuti da 78 a 95 milioni”. Ricorda che “sul bilancio 2017-18 peseranno, inoltre, i rinnovi dei contratti di Insigne e Mertens, mentre le entrate caleranno a causa dei minori introiti Uefa (nel 2016-17 i ricavi caratteristici ammontarono a 203 milioni) e delle plusvalenze molto più basse (Higuain non capita tutti gli anni). De Laurentiis continuerà con la politica autarchica. Il mercato, sostanzialmente, si dovrebbe finanziarie con i reinvestimenti delle cessioni di Jorginho e Hamsik (stima di 70-80 milioni totali)”.
