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De Laurentiis al Corsport: «Grazie Sarri. I 91 punti sono un traguardo personale, non del Napoli»

«Meglio secondi a 81 e andare avanti in Europa. Così come è meglio vincere rispetto alla grande bellezza. Il tecnico ha inviato messaggi di sfiducia e insofferenza»

De Laurentiis al Corsport: «Grazie Sarri. I 91 punti sono un traguardo personale, non del Napoli»
De Laurentiis in un disegno di Fubi

Ampia e interessante intervista del neodirettore del Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni ad Aurelio De Laurentiis. Quasi tutta incentrata sul suo rapporto con Maurizio Sarri. Il giornalista scrive che il presidente si raccomanda più volte con lui: “Non farmi litigare con Sarri”. De Laurentiis fornisce la sua versione, ringrazia il tecnico e si definisce un uomo non vendicativo: «Se si presenterà qualcuno a trattare sarò ragionevolissimo. Non sono un tipo vendicativo e, lo ripeto, Sarri avrà sempre il mio grazie».

I rapporti tra i due

«Non è vero che non ci prendevamo, io sono sempre stato molto educato con lui, l’ho sempre supportato. Ma a un certo punto se tu hai un contratto con me per altri due anni e cominci a seminare pubblicamente dei dubbi, dubbi del tipo “non so se rimango”, “non so se la società ce la farà a trattenere i migliori”, “nella vita meglio finire quando le storie sono belle”, invii dei chiari segnali di insofferenza e sfiducia, disattendi i tuoi obblighi contrattuali e mi procuri dei possibili danni».

Madrid e gestione della rosa

Zazzaroni gli ricorda la sfuriata di Madrid e lui risponde così: «A Madrid me la presi con la squadra, salvai solo Insigne, se non sbaglio».

A proposito della gestione della rosa. «Gli ho forse dato del cretino o del deficiente? No. Ho espresso l’opinione del dirigente d’azienda. Lui non ha mai partecipato al mercato, mai, o forse una volta quando suggerì l’acquisto di Maksimovic che ha peraltro giocato pochissimo. Se impieghi sempre gli stessi va a finire che presto o tardi si rompono e i sostituti hanno pochi minuti nelle gambe e nella testa. A marzo l’agente di Zielinski si è presentato con i minutaggi di Piotr e di Hamsik domandandoci perché volevamo allungare il contratto, visto che aveva giocato un terzo delle partite di Marek».

“Voglio arricchirmi”

De Laurentiis dice che a Sarri dovrà dire sempre grazie, ma due cose lo hanno ferito. «Quando disse “al prossimo rinnovo mi voglio arricchire”. La considerai un’offesa che estenderei a chi vive in un Paese da anni in recessione. Uno che guadagna 3 milioni lordi a stagione, 4 con i bonus, non può affermare una cosa del genere. Io non mi paragono certo a Murdoch». La seconda è che «al 4-3-3 passò grazie a noi, lo spingemmo a cambiare direzione».

La Grande Bellezza

«La Grande Bellezza è un film di Sorrentino, bellissimo, ma è molto più bello vincere. E il disimpegno nelle coppe europee?, la prima col Lipsia e la seconda col rientro dei senatori? Il record di 91 punti non è un obiettivo societario, ma un traguardo personale: meglio un secondo posto a 81 e una progressione nel percorso europeo».

Il fatturato

«Sono un dirigente d’azienda, Sarri, l’allenatore in generale, è un dipendente di altissimo livello, e questa azienda per crescere ha bisogno di aumentare il fatturato, non conosco altre vie. Come? Attraverso le coppe europee. Avete visto cosa ha portato a casa la Roma? Novanta milioni

Il mercato

«Ho rifutato i 45 milioni più 5 di bonus del City per Jorginho, se Hamsik vorrà andare in Cina non lo fermeremo. Con Verdi abbiamo chiusi ieri sera».

Ancelotti

«Carlo è la chiave d’accesso all’internazionalizzazione del Napoli. Lui vuole conservare l’80 per cento dell’organico attuale, lo considera di ottimo livello. I nostri obiettivi sono un portiere, un terzino, un centrocampista e un esterno d’attacco».

Bilancio in rosso

«In attacco  abbiamo Mertens, Milik, Insigne, Callejon, Ounas, Ciciretti, Inglese, il giovane Vinicius e Younes che è stato convocato per il ritiro. Io non voglio vincere? Quest’anno perdo 15 milioni e che raramente nei precedenti 13-14 bilanci abbiamo registrato un segno negativo. Per me il rosso rappresenta una macchia. Le coppe sono importanti perché l’Italia è quello che è».

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