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Cecchinato in semifinale al Roland Garros: un tennista italiano che ha forza mentale

L’italiano come Barazzutti nel 1978, supera Djokovic in quattro set e mostra una concentrazione inusuale per un tennista italiano. Vince due tie-break

Cecchinato in semifinale al Roland Garros: un tennista italiano che ha forza mentale

Come Barazzutti

Marco Cecchinato come Corrado Barazzutti. Quarant’anni dopo, un italiano è in semifinale al Roland Garros. Impresa di Cecchinato che batte Djokovic al termine di una partita esaltante. Tre ore e mezzo di splendido tennis, soprattutto intenso. Vince 13-11 al tie-break del quarto set, al quarto match-point e dopo aver annullato tre set-point a Djokovic. Cecchinato ha vinto anche il tie-break del secondo set dopo aver vinto 6-3 il primo set. Si è poi preso una pausa nel terzo set.

È nata una stella, non c’è dubbio. Palermitano, 25 anni, Cecchinato gioca, e ha una solidità psichica insolita per un tennista italiano. È migliorato moltissimo negli ultimi mesi col rovescio, ha una palla corta micidiale e soprattutto la capacità di saper entrare in partita nei momenti che contano e di saper giocare i punti decisivi. Tutto quel che nel tennis, e nello sport in generale, è fondamentale. Ha una solidità mentale impensabile per un tennista che non aveva mai giocato prima d’ora un quarto di finale di un torneo dello Slam. E, altro aspetto tutt’altro che trascurabile, non dà praticamente mai in escandescenza. In semifinale affronterà l’austriaco Thiem che ha liquidato Zverev in tre set.

La partita

Cecchinato comincia con un’autorevolezza irreale, come se fosse abituato a giocare partite del genere. In realtà è la prima volta per il 25enne palermitano che gioca un tennis meraviglioso nei primi quaranta minuti. È assolutamente padrone del campo, addirittura scherza l’ex numero uno del mondo con una serie di micidiali palle corte. Si aggiudica il primo set 6-3 e va sul 2-0 nel secondo.

Djokovic sembra fuori dal match, fa intervenire il medico. Ma, come capita ai fuoriclasse, improvvisamente rientra in partita. Controbrekka il palermitano, si guadagna tre set-point che Cecchinato gli annulla con una fredda da campione. Si va al tie-break: Cecchinato lo gioca in maniera sublime, e lo vince 7-4.

La pausa e poi il risveglio

A questo punto l’italiano si prende una pausa. Perde il terzo set 6-1 e va sotto 5-2 nel quarto. Si becca anche un penalty point perché a fine terzo set rientra negli spogliatoio senza autorizzazione. L’italiano sembra svagato, Djokovic padrone del campo. Ci si chiede se riuscirà a riprendere la concentrazione in vista del quinto set. Ma non andrà così. Sul 5-2 Cecchinato torna in sé e rientra nel match. Ha la capacità di capire quando i punti valgono il doppio. Novak non sembra credere ai propri occhi. Cecchinato è come se fosse resuscitato. Si va al tie-break anche nel quarto. Un tie-break da raccontare ai nipotini.

Il tie-break finale

Cecchinato va avanti 3-0, ma il serbo non si arrende. Fa il punto anche quando rompe le corde: 3-3 e poi 4-3. Nemmeno Cecchinato molla. Mostra una tenuta mentale da grande giocatore, non certo da parvenu del grande tennis. E si issa a matchpoint. Qui Djokovic gioca una splendida stop-volley di rovescio in allungo, che va a morire a un pelo dalla riga. Non è finita, sul 6-6, al termine di uno scambio molto intenso, Cecchinato attira l’avversario a rete con una palla corta ma Djokovic è bravissimo a chiudere con una difficilissima volée di rovescio.

Un altro al suo posto si sarebbe arreso. Quanti ne abbiamo visti di tennisti arrivati a uno o a due punti dall’impresa della vita. Cecchinato non è quel tipo. Annulla il primo set-point, e poi ne annulla un altro con uno schiaffo di dritto al volo. Djokovic sembra più stanco, mai fidarsi però. Terzo set-point, Djokovic ha il campo aperto ma stecca e butta la pallina al Bois du Bologne e poi se la prende col pubblico che rumoreggia.

Cecchinato conquista un altro match-point, il secondo, e poi un terzo. Qui, per la prima volta, gli viene il braccino. Mostra che anche Cecchinato è umano. Ma al quarto match-point, sul 12-11, piazza un rovescio lungolinea e vince. Proprio il rovescio: il colpo che fino a qualche mese fa era il suo punto debole e che invece oggi gli ha consentito di giocare alla pari con Djokovic seppure – ovviamente – non il miglior Djokovic.

È alle semifinali del Roland Garros. Fino a un mese e mezzo fa non aveva vinto nemmeno un torneo. E successo a Budapest il 29 aprile. Il 5 giugno scrive il suo nome al fianco di quello di Corrado Barazzutti. È l’ottavo italiano a raggiungere questo traguardo al Roland Garros (gli altri sono De Morpurgo, De Stefani, Beppe Merlo, Sirola, Pietrangeli che l’ha vinto due volte, Panatta e Barazzutti). Vale la pena ricordare che l’ultimo italiano a vincere Parigi è stato Panatta nel 1976. Tra le donne c’è riuscita Francesca Schiavone nel 2010.

 

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