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L’Argentina rinuncia all’amichevole in Israele: «Troppo pericoloso»

L’annullamento diventa un caso diplomatico. Nei giorni scorsi le proteste della comunità palestinese con le magliette di Messi sporche di sangue. L’ira di Israele

L’Argentina rinuncia all’amichevole in Israele: «Troppo pericoloso»

“Messi, no vajas!”

Israele-Argentina, in programma sabato prossimo a Gerusalemme, non si giocherà. È stata sospesa per motivi di sicurezza. La Federcalcio argentina ha poi ufficialmente annunciato che l’albiceleste non parteciperà all’incontro amichevole che avrebbe dovuto celebrare i settant’anni dello Stato di Israele. Nei giorni scorsi a Barcellona, dove si allena la Nazionale di Messi, c’erano state proteste da parte della comunità palestinese che avevano chiesto di non giocare la partita e avevano mostrato la maglia dell’Argentina sporca di vernice rossa come se fosse sangue.

“Messi, no vajas!” è il grido con cui una trentina di manifestanti hanno protestato nei giorni scorsi per impedire l’amichevole tra Israele e Argentina. Così scrive el Clarìn. Quella maglietta sporca di vernice rossa – hanno spiegato i manifestanti – non era una minaccia contro Messi ma il simbolo della loro rivendicazione.

In precedenza era stato il presidente della Federcalcio palestinese, il generale Jibril Rajoub, a chiedere ufficialmente che l’Argentina non andasse a giocare la partita, altrimenti «milioni di fan palestinesi e arabi bruceranno la maglietta di Lionel Messi».

La Federcalcio argentina

Lo ha ufficialmente annunciato anche il presidente dell’Afa (Federcalcio argentina): «Quello tra israeliani e palestinesi è un conflitto che dura da settant’anni. Chi ci tratta da ignoranti, ci sottovaluta. Ma le ultime 72 ore ci hanno indotto a prendere la decisione di non partire. La mia responsabilità è tutelare la salute, l’integrità fisica e la sicurezza dell’intera delegazione».

«Voglio chiedere scusa a tutti gli israeliani che avevano acquisto il biglietto della partita, a tutti i ragazzi di diverse religioni che avrebbero voluto vedere i loro idoli in azione. Il calcio inizia e finisce in un campo di gioco, non deve avere nulla a che fare con la violenza».

La reazione di Israele

Dura la reazione di Israele. Lieberman, oggi ministro della Difesa, ha definito su Twitter «una vergogna che le star del calcio argentino abbiano ceduto alle pressioni degli odiatori di Israele il cui unico obiettivo è quello di danneggiare il diritto di Israele alla sua difesa e di provocare la sua distruzione». L’Ansa scrive che invano il premier israeliano Netanyahu ha provato a convincere il presidente argentino Macrì.

Per Gonzalo Higuain «è stato giusto non andare in Israele, la sicurezza viene prima di tutto: alla fine è stata fatta fare la cosa giusta, la sicurezza e il buon senso sono al primo posto».

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