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Napoli-Bologna 1-0, 1975: il giorno del ringraziamento per un altro scudetto mancato

Similitudini e differenze con Napoli-Crotone: il duello perso con la Juventus, anche se con risultati differenti; il saluto del San Paolo pieno, grato per una bellissima stagione.

Napoli-Bologna 1-0, 1975: il giorno del ringraziamento per un altro scudetto mancato

43 anni fa

Cronache di emozioni, arrivederci, addii e saluti di fine anno dall’altro calcio. Furono rossoblu anche quella volta i colori degli avversari del Napoli nel giorno dell’arrivederci. Oggi il Crotone di Zenga, allora il Bologna di Pesaola. Napoli, 11 maggio 1975, 43 anni fa, più o meno. Quella partita, giocata sotto una pioggia battente e risolta da un gol di Clerici, fu la più attesa dell’anno, quella dei saluti finali, del giro di campo dei calciatori che lanciarono fiori alle curve, degli applausi scroscianti, dello sventolio di mille vessilli azzurri.

Era il nostro “giorno del ringraziamento” che, comunque fosse finita, significava abbracciare idealmente i propri idoli, i calciatori che quell’anno avevano dato tutto per vincere il tricolore. Era un Napoli che, come una bella donna felice di essere amata, riamava i suoi fedelissimi e ci lasciava con una enorme voglia di rivincita, come per dirci “quest’anno ci abbiamo provato, è andata così, peccato. Sarà per l’anno prossimo”. E noi ci credevamo ogni anno perché il nostro rapporto di “amante riamato” era sempre appagato.

Il prepartita

Si gioca alle 15,30, orario da fine campionato. San Paolo gremito in ogni ordine di posto, migliaia di ombrelli cercano di riparare il popolo delle curve e dei distinti, gli ultimi portoghesi stanno scavalcando i cancelli cercando di cadere bene e non farsi male, il sapore di Borghetti vince in questa giornata fitta di pioggia.

Emozioni e cuori a mille già allo spuntare delle maglie azzurre dalla scaletta degli spogliatoi. Lì, sotto i Distinti. Emozioni precedute dalla bella presenza degli sbandieratori di Cava dei Tirreni che si esibiscono in giochi di bandiere facendo il giro di tutto lo stadio. Emozioni nel vedere tutti i ragazzini del Napoli che, schierati sul prato verde, formano una grande scritta “Forza Napoli”, emozioni per i duemila palloncini azzurri librati verso il cielo.

Adrenalina al massimo, i giocatori saltellano e tengono i loro mazzi di fiori stretti in braccio prima del lancio alle curve, visi sorridenti, tutti con la certezza della conferma per l’anno dopo. Bisognava riprovare, altro che fine di un ciclo. Similitudine numero uno. “El Gringo” sorride, sì, anche lui, uno dei centravanti più forti della storia del Napoli, appare sereno, insieme a Rampanti. Furono invece gli unici sacrificati per arrivare a Savoldi. Noi ci auguriamo che anche l’anno prossimo si venda poco. Seconda similitudine.

Tutto questo nonostante l’ottimismo a cui si spinsero i giornali. La previsione di una delle didascalie delle foto di quella ultima gara col Bologna, apparsa sul “Roma”, recitava così : “Uno spettacolo riuscito che ha reso più allegro l’arrivederci al campionato 1975-76 ( quello dello scudetto?). Anche noi diciamo arrivederci al campionato 2018-19 ma speriamo che cambi il finale.

Altre similitudini

Una storia di “scudetto rubato” anche quella, certo. Terza similitudine. La Juve aveva i campioni, Bettega, Causio, Zoff, Gentile, Scirea, Capello, Anastasi, bastava un loro colpo per sbloccare la partita, il Napoli il bel gioco, quello totale di Vinicio, l’unica arma per arrivare alla vittoria. Oggi, col termine “rubato” (Juve docet) o “meritato sul campo” (nel caso del Napoli) si potrebbero scrivere romanzi anche semplicemente facendo ‘taglia ed incolla’ dal web. Attraverso i social ed i mass media, è tutto molto più amplificato e quello che è stato il campionato che sta per concludersi è diventato satira, ironia, allegoria, sfottò, accuse pesanti, prese in giro.

Negli anni ’70 tutto questo non c’era e il tifoso napoletano masticava amaro, si rammaricava in silenzio per quanto gli azzurri erano riusciti a fare. L’unico conforto erano le pagine dei giornali partenopei che parlavano di pronto riscatto, di speranza nell’anno che verrà, di acquisti per rinforzare la rosa. L’antagonista è sempre la stessa, la Juve ieri e la Juve oggi. Anche il paladino, il nuovo eroe del campionato, la squadra che ha tenuto vivo un torneo altrimenti morto ha i colori azzurri del Napoli. Quarta similitudine.

Differenze

Fu duello testa a testa fino alla fine, due nel 1975 e quattro miseri punti nel 2018 (con la vittoria che vale tre) divisero e hanno diviso le squadre.
Si sono solo ribaltati i risultati in casa della “Madama”. Prima differenza. Quell’anno fu decisiva la sfida del “Comunale” di Torino in cui il Napoli perse per 2 a 1 per il goal di Altafini all’89 minuto dove la Juventus staccò gli azzurri di due punti. Un distacco che poi si ritrovò anche a fine campionato.

Quest’anno gli azzurri hanno sbancato Torino con Koulibaly aprendo squarci ed oceani di speranza sull’onda della passione popolare che sembrava quasi dirci “E’ fatta!”. L’atteggiamento mentale e psicologico che il Napoli di Vinicio ebbe fu diverso da quello di questo torneo. Seconda differenza. Nel 1975, dalla partita con i bianconeri alla penultima gara in casa, quella col Bologna, il Napoli non mollò ed inanellò tre vittorie ed un pareggio sperando in un passo falso della Juve.

Il vantaggio minimo di due punti fu tenuto, però, dai bianconeri fino all’ultima giornata. Il Napoli andò a vincere a Varese (0-2, doppietta di Peppe Massa) mentre la Juve travolse il Vicenza in casa per 5 a 0. Quest’anno, da Firenze in poi, il crollo è stato verticale e la squadra è sembrata non crederci più.

Peppe Pacileo ebbe a scrivere a fine campionato : “E’ un glorioso secondo posto, il Napoli non era mai andato così vicino allo scudetto, ma è un secondo posto che in termini di dispendio di energie, di logorio, di stanchezza e di stress costa più di dieci scudetti, senza pari gratificazione. Da esso prende l’avvio un nuovo periodo difficile, anche se la caratura del Napoli, sul campo e in classifica, resterà sempre d’eccellenza”. Profetico, già nel 1975?

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