Ancelotti a Napoli è più di Maradona: non è ‘o miracolo, e non è pagato col BancoNapoli e la Dc
È un evento epocale. Allora Napoli spadroneggiava, in politica come in Rai; oggi conta zero. Ancelotti preso con soldi veri e frutto di una programmazione
Ancelotti e Maradona in un Napoli-Roma
Evento epocale
Carissimi amici del Napolista, mi pare che come al solito sull’ingaggio di Carletto Ancelotti in troppi si guardino l’ombelico. E invece si tratta di un evento epocale, da rimarcare a lungo e non solo per sfottere i papponisti, muti e nascosti da giorni.
L’arrivo di Ancelotti al Napoli è più importante di quello di Diego Armando Maradona. E il campo – che darà i suo verdetti, sperando noi tutti (tutti?) che saranno positivi – c’entra poco.
Proviamo a fare un modesto parallelismo tra i due arrivi a Napoli:
Soldi veri
– Carlo Ancelotti è stato preso con soldi veri, tanti e privati, non con un prestito del Banco di Napoli “ordinato” dalla DC, all’epoca a forte trazione napoletana.
– La Serie A di oggi non ha l’appeal degli anni ‘80, ma è un campionato in disgrazia, come dimostra la querelle in corso sui diritti tv.
– Maradona fu ceduto dal Barça perché si pensava fosse finito. In Catalogna pensavano di aver rifilato un pacco al Napoli. E comunque non era già al top, che raggiunse nel 1986. Ancelotti è da più di un decennio un top mondiale, discusso da nessuno, nemmeno dal Bayern che lo ha esonerato. È l’allenatore preferito di CR7, quello che fa panchina alla Juve.
– L’ingaggio di Ancelotti non è ‘o miracolo, ma è il frutto di una noiosissima programmazione – economica e sportiva – lunga anni e non di un’occasione, come fu invece l’acquisto di Diego.
In Rai la seconda lingua era il napoletano
– Napoli città oggi conta zero a livello nazionale, mentre negli anni ‘80 c’era la corrente del Golfo che spadroneggiava nella Dc, allora partito-sistema: si diceva che in Rai la seconda lingua ufficiale fosse il napoletano e si favorì sempre il Napoli contro il nemico Berlusconi. Oggi Napoli non è pervenuta sui media nazionali. Che sono tutti a Milano.
– Ancelotti proietta il Napoli in una dimensione europea, cosa che non riuscì mai al Napoli di Maradona (il cui record in Coppa dei campioni non gli rende onore), soppiantato in Europa dal Milan di Sacchi.
Ps: tutto quanto scritto sul Napoli di Maradona non è frutto della fantasia dello scrivente, ma potete ritrovarlo in una bellissima e recente intervista di Ferlaino a Repubblica.
di Giuseppe Manzo - La sua conferma è una buona notizia a tanti livelli tra cui il consolidamento della spina dorsale italiana del Napoli dei due scudetti in tre anni
di Giuseppe Alberto Falci - Dietro il 5-2 del City alla Juve. A fine match ha detto: «loro quando vogliono, spendono 100 milioni». Ha ricordato il ristorante da 100 euro
di Massimiliano Gallo - Yamal non ne ha nemmeno 18. Da noi non c'è la competizione, ci sono le graduatorie, stai al tuo posto che a 48 anni avrai la cattedra. La frase è: “Ora attenti a non bruciarlo”
di Giuseppe Manzo - Ndoye è solo l'ultimo esempio. Il Napoli agisce sott'acqua, come ha fatto con De Bruyne. Quando il clamore aumenta, il club si allontana
di Massimiliano Gallo - Gli ascolti tv sono buoni, anche delle partite senza italiane. C'è il ritorno del calcio brasiliano (come negli anni 80), la squadra di Inzaghi. E non siamo ancora nel vivo
di Giuseppe Alberto Falci - A differenza di Theo Hernandez, tanto per fare un esempio. Pogba vuole prendersi la sua rivincita dopo la Juventus e la squalifica per doping
di Fabrizio Bocca - Tu chiamala, se vuoi, denapoletanizzazione. Giornali e tv depurati dall'evidenza dello strapotere sul campo e sul mercato. Si fa quasi come se nulla fosse
di Mario Piccirillo - In conferenza prova di tutto: trasforma le sconfitte in "risultati", urla "il mio gioco" ma resta l'etichetta del sergente di ferro. Poi il capolavoro: "Oggi io Gattuso non lo farei giocare"
di Massimiliano Gallo - Ha dominato comunicativamente la conferenza. Poche parole, mai banali, ha sorvolato con savoir faire su Mancini. Chi doveva capire, ha capito
Non ci crediamo, nemmeno Pinocchio col gatto e la volpe. Sarà la versione per i boccaloni dei tifosi: una tipologia umana che crederebbe pure a Babbo Natale.