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La Serie A come una serie tv: Sarri-Walter White, ora potrebbe esserci qualcosa di nuovo

La Serie A si è appiattita, la trama non stuzzica più, ma ora potrebbero esserci delle novità all’orizzonte, dei colpi di scena inattesi rispetto al potentato della Juventus.

La Serie A come una serie tv: Sarri-Walter White, ora potrebbe esserci qualcosa di nuovo

Fabio Caressa e Netflix

Adoro le serie TV, tra Fabio Caressa e Netflix non c’è paragone. Per comprendere lo stato di forma del nostro campionato non serve farsi guidare dai soliti intellettuali della pedata, di solito coadiuvati da una folta schiera di ex calciatori molto più inclini alla vanità che alla dissertazione tattica, ma considerare la Serie A come se fosse (e spesso lo è, ahinoi) la fiction più amata dagli italiani.

Ammettiamolo, da qualche stagione il campionato è un serial che langue, stritolato dalla mancanza di colpi di scena, poco curato nella sceneggiatura e nella scelta degli attori. Ha cercato di rifarsi una verginità proponendo uno spin-off in salsa russa che ha chiuso i battenti prima ancora di iniziare. L’aria di crisi si sente tutta ma gli spettatori, pur tramortiti dalla ripetitività delle storie narrate, rimangono affezionati alle vicissitudini dei loro beniamini. L’inizio era stato folgorante, l’uso consapevole del bianconero, l’ascesa al trono della regina disonorata – una sorta di Daenerys Targaryen, interpretata mirabilmente da uno scomposto ed agghiacciante signore dal tupè tecnologicamente avanzato – costretta all’esilio in Serie B a causa dei magheggi di un clone di Francis “Frank” J. Underwood, spietato e cialtrone, cacciato poi dal set per la sua abitudine a rinchiudere gente nei camerini.

Sei anni e mezzo

La prima stagione fu un vero successo, per molti versi inaspettato ma vitale per la casa produttrice. Che, tra l’altro, caduta in una profonda crisi dopo i fasti del triplete in salsa portoghese. L’obiettivo delle stagioni successive fu subito chiaro, allargare le gesta del risorto potentato all’intero continente. Non avendo a disposizione budget illimitati che permettessero di rimpinguare l’esercito con almeno un paio di draghi credibili, gli sceneggiatori s’inventarono una specie di Tyrion Lannister dall’accento romano-bosniaco. E sostituirono il tipo dal tupè che interpretava la regina con Il Governatore. Ma soprattutto idearono un abbondante Negan, strappandolo alla concorrenza, lanciando così Lucille alla conquista della tanto agognata coppa dalle grandi orecchie.

Ma i nuovi innesti non hanno sortito l’effetto sperato. Lo show si è appiattito sulla ricerca affannosa della coppa da parte della regina, non lasciando più spazio agli intrighi interni a cui la gente era tanto affezionata. Intanto sono passati sei anni e mezzo.

Oggi

Ora però qualcosa di nuovo pare esserci. Da un paio di anni, gli sceneggiatori hanno ingaggiato Walter White, affidandogli inizialmente un ruolo marginale, piccole comparsate toscane per non deviare l’attenzione dalla storia principale. Poi l’hanno spostato a due passi dal mare creandogli attorno un gruppo di scugnizzi pronti a sconfiggere la regina sul fronte interno. Inoltre, a sorpresa, nell’ultima puntata andata in onda qualche settimana fa, Rick Grimes, a capo di un manipolo di sopravvissuti all’abbandono del Pupone, ha sconfitto il temibile esercito spagnolo. E ora ha sostituito la regina nella battaglia per il trono continentale. Ieri sera non è andata benissimo, ma è già qualcosa. Chi se lo sarebbe aspettato fino a qualche puntata fa?, l’inverno potrebbe finire presto e portarci in dote una primavera carica di novità. Non vedo l’ora di guardare gli ultimi quattro episodi.

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