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Mertens e la solidarietà: pizze ai clochard, canili e tanti aiuti ai bambini

Il Corriere della Sera e il Corriere del Mezzogiorno raccontano il lato privato di Dries Mertens, la sua voglia di fare del bene senza cercare pubblicità.

Mertens e la solidarietà: pizze ai clochard, canili e tanti aiuti ai bambini
Mertens a Roma contro la Lazio

Il racconto del Corsera

Dries Mertens, oltre il campo. Anzi, oltre anche sé stesso. Il Corriere della Sera Il Corriere del Mezzogiorno pubblicano la storia dell’attaccante belga che aiuta i clochard, distribuendo cibo in incognito. Secondo la ricostruzione, la prima volta è coincisa con il post Torino-Napoli. Allora, Dries distribuì delle margherite per i senzatetto accampati sotto la stazione centrale.

Poi è successo altre volte, in altre zone della città. Solo che non ci sono testimonianze, da questo punto di vista Dries è una persona molto riservata, l’esatto contrario rispetto al racconto della sua vita “da calciatore” sui social. «La solidarietà – si legge – è una costante della sua vita, le storie sono tante e meritano di essere raccontate. Pizze per i barboni ma anche vestiti peri bambini poveri. Visite negli ospedali dove ai suoi piccoli tifosi porta magliette da gioco e gadget. Il caso di Aurora, la bimba ammalata di cancro alla quale fa visita spesso; insieme con la moglie Katrin adotta cani abbandonati. Hanno sposato la causa di un rifugio per cani di Ponticelli, che senza aiuto il loro aiuto rischiava la chiusura. Con tutte le conseguenze del caso per la nutrita schiera di cani curati tra mille difficoltà».

 

Ed anche altre situazioni: «Mertens  medicine ai bambini venezuelani e raccoglie abiti dismessi per i piccoli che a Napoli non hanno la possibilità di comprare vestiti. Dries era da poco arrivato a Napoli quando notò una foto sul profilo Instagram di National Geographic, che ritraeva un bambino in una scuola di Meliandou, in Guinea, con addosso proprio la sua maglia numero 14. Non appena visto lo scatto, si attivò per trovare il fotografo (Peter Muller), che si rese disponibile per aiutarlo a trovare il bambino che indossava quella maglia. Il centravanti azzurro inviò altre sue maglie e altri generi di prima necessità».

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