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Sconcerti: «Allegri torni al gioco, questa Juventus difensiva non può bastare»

L’editoriale di Sconcerti sul Corriere della Sera: «Per la Juventus, subire l’avversario sembra essere diventata una necessità mistica. Certe partite, invece, vanno dominate».

Sconcerti: «Allegri torni al gioco, questa Juventus difensiva non può bastare»

L’articolo sul Corriere della Sera

“Tutta colpa del gol a freddo”. Una battuta di Oronzo Canà, nel film L’allenatore nel pallone. Mario Sconcerti, editorialista del Corriere della Sera, fa come per emulare il personaggio cult di Lino Banfi. E scrive che il 2-2 interno della Juventus si origina dal fatto che i bianconeri «hanno segnato troppo presto. Dopo 10 minuti erano già due gol. Questo andava benissimo, ma ha lasciato la squadra per tutto il resto della partita con lo schieramento peggiore, 4 attaccanti e appena 2 centrocampisti di ruolo contro un avversario che sapeva solo tenere la palla».

In questo modo, spiega ancora Sconcerti, «Il Tottenham ha potuto così occupare lentamente la trequarti campo della Juve con i suoi tanti fantasisti, nessuno terribile, ma tutti ottime sponde per un centravanti come Kane. C’è nella partita della Juve il rigore sbagliato da Higuain, ma c’è ancora una volta un gioco troppo ovvio, quasi soltanto teso a difendersi».

Adattarsi

Secondo Sconcerti, la Juve ha un problema di espressione calcistica: «La Juve ha un calcio molto bello quando vuole correre, ma sembra ormai abituata a rinunciare. Alla lunga è abbastanza incomprensibile. È mancato Douglas Costa, l’attaccante in più, il centrocampista in meno».

Infine, un vero e proprio attacco ideologico: «Allegri deve trovare una soluzione. Arriva un momento della stagione in cui non si può più adattarsi alle partite, bisogna conquistarle, provare a dominarle. Anche perché l’imbattibilità delle difese è per definizione non eterna. È tempo di tornare al gioco. Questa Juve rischia seriamente di andar fuori. La Juve nascosta, potenziale, è ancora nettamente più forte del Tottenham. Ma dov’è? Subire è diventata un’orazione, una necessità mistica. Non può essere l’unico progetto. In campo europeo non può bastare e non richiama una grande squadra, accenna piuttosto alle antiche favole sul calcio italiano».

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