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Napoli-Atalanta: tante cose negative, ma anche il ritorno di Mertens al gol

Una rete importante, che spezza un periodo di digiuno che stava diventando ingombrante. Ora, col Verona, tenterà proverà il ritorno al gol “puro”, di piede (che manca dal 25 ottobre).

Napoli-Atalanta: tante cose negative, ma anche il ritorno di Mertens al gol
Mertens / Photo Hermann

Di testa

Cross di Insigne, testa di Mertens, gol. Il primo gol di Mertens dopo 7 partite in tutte le competizioni, il secondo nelle ultime 11. Certo, in mezzo ci sono stati assist e giocate fondamentali per il Napoli, e poi discutere il calciatore Mertens per un periodo di difficoltà è pura follia. Ma bisogna comprendere anche che la nuova dimensione di attaccante porta in dote anche l’urgenza del gol. Anzi, la necessità del gol. Chi interpreta quel ruolo non può sfuggire ai calcoli sulla media realizzativa, sull’analisi del periodo in base alle reti segnate. Specie se viene da un’annata fantastica e ha iniziato la nuova stagione con 10 gol in 11 partite di campionato, più altri 3 nelle altre competizioni.

Invece, riecco qui Dries. In un modo che non appartiene al suo modo di essere attaccante, quel colpo di testa difficilmente contemplabile dall’alto (?!) dei suoi 169 centimetri. È un modo per rompere il digiuno, per spezzare il sortilegio. Anzi, è l’unica notizia positiva della serata. Perché rende consistente, almeno sul tabellino, un contributo al gioco – per una volta – impalpabile. Se Dries era stato decisivo (come Insigne) nel ruolo di subentrante contro l’Udinese, ieri sera l’impatto non c’è stato. Almeno inizialmente. Poi, ecco il paradosso dell’attaccante. Un pallone buono, tra l’altro su errore grossolano della difesa dell’Atalanta, ed ecco il gol. E allora tutto ha un significato diverso.

Verona

Ora il match interno col Verona. All’andata, Mertens iniziò in panchina per lasciar spazio a Milik. Sembra passato un secolo, calcisticamente è un tempo lunghissimo, in effetti. Dries giocherà, lo dovrà fare per forza almeno fino al rientro del polacco (o dell’arrivo di Inglese, che da stamattina è diventato incerto, almeno per gennaio). E sarà un’occasione, per lui come per il Napoli, per dare una nuova certificazione di forza. La squadra ha vissuto una serata da incubo, ma si tratta di una scelta quasi consapevole – ovviamente afferrate la metafora. Per Mertens, invece, ecco l’opportunità per chiudere definitivamente il periodo negativo, con il secondo gol consecutivo. Magari uno dei suoi, da centravanti associativo (ovvero un numero nove di dialogo offensivo, che si sposta lungo l’intero fronte d’attacco per appoggiare il gioco dei compagni) bravissimo nella costruzione del tiro vincente. Sarebbe ora, dato che l’ultimo gol “puro” – ne senso di realizzato con i piedi – dal belga resta quello al Genoa, del 25 ottobre 2017. Un secolo fa, calcisticamente è un tempo lunghissimo, in effetti.

 

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