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La diagnosi di Sarri è accurata, è una buona partenza per curare il Napoli

Numeri e suggestioni tra il match contro il Feyenoord e le precedenti partite “di difficoltà”: i problemi offensivi del Napoli e la scarsa brillantezza.

La diagnosi di Sarri è accurata, è una buona partenza per curare il Napoli

Oltre l’analisi tattica

Di solito dedichiamo il day after delle partite del Napoli a un’analisi tattica circoscritta ai 90′. Oggi la situazione è diversa. E proprio perché la partita di ieri sera non è facilmente riconducibile a situazioni esclusivamente di campo. Il pareggio del Feyenoord, praticamente contestuale al raddoppio dello Shakhtar contro il Manchester City, ha svuotato di significato il risultato. È quasi disumano pensare che anche la prestazione non abbia risentito di queste dinamiche esterne, anche se le parole di Sarri nel postpartita stigmatizzano (giustamente) questo atteggiamento. Anche la risposta a questi stimoli negativi fa parte del concetto ampio e quindi indefinito della “mentalità”.

Detto questo, Feyenoord-Napoli ci aiuta però a capire quali sono i problemi tecnici e tattici con cui il Napoli si sta confrontando. Anche grazie all’interpretazione dello stesso Sarri nel postpartita, possiamo intuire quanto i meccanismi di squadra non stiano pagando degli scompensi energetici puri – quali potrebbero essere la mancanza di corsa, l’incapacità di tenere il pallone o di recuperarlo -, ma derivati. Quindi mancanza di brillantezza mentale nella gestione delle situazioni, che a sua volta porta ad individuare la criticità vera e propria. Ovvero: il Napoli fa fatica a creare occasioni pulite. Ne abbiamo già scritto qui, proprio qualche giorno fa, individuando l’infortunio di Ghoulam come check point temporale e tecnico. La notte di Rotterdam e il postgara di Sarri hanno confermato la nostra sensazione, anzi ci hanno offerto ulteriori spunti di riflessione.

Velocità

Partiamo dai numeri: il Napoli di Rotterdam ha tirato 4 volte verso la porta di Vermeer. Ma soprattutto ha creato appena quattro 4 occasioni in azione manovrata. Pochine. Delle conclusioni tentate, 5 sono arrivate nel primo tempo, e 4 sono da fuori area. È la trasformazione in oggettività e in cifre di quello che abbiamo scritto sopra, e che Sarri ha denunciato nel postpartita. Il Napoli tiene la palla, ma fa fatica a convertire questo tipo di predominio in una reale pericolosità offensiva.

Le motivazioni addotte dal tecnico del Napoli sono ragionevoli. Sarri ha parlato di mancanza di velocità, di uno-due secondi di ritardo o di assenza totale di movimenti senza palla. Ovvero, la caratteristica fondamentale per una squadra che adotta e pratica i principi del gioco posizionale. Il concetto è semplice, riprendiamo ancora le dichiarazioni di Sarri. Se i calciatori del Napoli non garantiscono una certa quantità e varietà di spostamenti senza palla, si viene a creare una sorta di vuoto posizionale, proprio lì dove invece il Napoli creava i presupposti per la superiorità numerica. Il pallone, quindi, viaggia in maniera più lenta e secondo direttrici meno verticali, più orizzontali.

Questa è probabilmente la chiave di lettura più interessante, ed è confermata anche dai numeri. Sotto, la mappa dei passaggi effettuati ieri sera. Sono 417 in direzione verticale, un numero decisamente in diminuzione rispetto al periodo migliore del Napoli. Sono stati 436 con l’Udinese, mentre in Napoli-Cagliari 3-0 e Napoli-Sassuolo 3-1 si andava oltre i 500 (536 contro i sardi, 509 contro gli emiliani).

Il Napoli attacca da destra verso sinistra. Si noti lo spazio “vuoto” al limite dell’area del Feyenoord

La difesa

Torniamo al punto di partenza per parlare della difesa del Napoli. Che, ricordiamo, è la migliore del campionato di Serie A per rendimento grezzo (10 gol subiti) e per numeri specifici (8.1 tiri concessi per 90′). Contro il Feyenoord, ieri sera, il rendimento della partita vera è stato lo stesso: 3 tiri per gli olandesi nei primi 30′, di cui due oltre i sedici metri.

Dopo il down psicologico collegato all’evoluzione del risultato di Shakhtar-Man City, il Napoli è crollato nel rendimento arretrato. Sono addirittura 9 i tiri concessi agli olandesi, eppure anche qui va fatta una scomposizione importante. Nella ripresa, 3 tentativi concessi in tutto prima del gol finale di St. Juste. Insomma, tanti numeri e tante scomposizioni per sottolineare come il Napoli non stia attraversando un periodo di instabilità difensiva. Anzi, il rendimento delle ultime due partite di campionato (Udinese e Juventus) è in media con i numeri stagionali. Ovvero 18 tiri concessi in 180′, 8.5 di media contro gli 8.1 assoluti.

I singoli

Al di là degli errori individuali o episodici – vedasi Albiol sul gol di Jorgensen e l’intera difesa su quello di Higuain -, i numeri dimostrano quale parte del sistema sta avvertendo delle criticità. A questo punto, è necessario analizzare il rendimento dei singoli calciatori offensivi. Perché è lì che va ricercato il calo del Napoli. Mertens ha realizzato un solo gol nelle ultime 5 partite, tra l’altro in una situazione di gioco lontana dal suo portfolio (di testa contro lo Shakhtar, sugli sviluppi di un angolo); oltre al belga, è l’intero attacco ad essere in crisi realizzativa: da Chievo-Napoli in poi, due gol di Insigne e due di Zielinski, oltre il rigore di Jorginho a Udine.

Ovviamente, però, è bene andare oltre questi numeri primordiali.  Non è un caso che nelle ultime due partita vinte, al San Paolo contro il Milan e a Udine, proprio Dries Mertens sia stato il calciatore più creativo del Napoli (2 e 5 occasioni costruite in open play); manca il contributo in regia di Hamsik, a referto per 2 passaggi chiave solo per i match contro Milan e Juventus – le migliori prestazioni di squadra dell’ultimo periodo.

Post-Ghoulam

Infine, tornando al discorso del post-Ghoulam, va segnalato anche il caso di Mario Rui-Hysaj. Il Napoli paga l’assenza del terzino algerino secondo due ordini di motivo: un adattamento in corso rispetto alla “nuova” mancanza di un certo tipo di supporto sulla fascia sinistra; la perdita di automatismi e quindi di tempi di gioco.

Se Mario Rui assicura un buon contributo in fase di primo palleggio, non ha l’immediatezza di Ghoulam nel riconoscere la miglior soluzione possibile in tutte le situazioni. Di conseguenza, un Napoli già meno brillante finisce per perdere ulteriore velocità e imprevedibilità. Dal canto suo, Hysaj è un calciatore monopiede, poco avvezzo a giocate poco più che elementari col sinistro. Di conseguenza, la maggior aderenza al sistema non comporta un aumento di rapidità nella giocata, semplicemente perché ogni appoggio deve passare sul destro.

Conclusioni

Il Napoli è costretto a convivere con un set di situazioni negative: assenze lunghe e brevi per infortunio (Milik e Ghoulam, ma anche Insigne); un fisiologico calo di brillantezza mentale, più che fisica; un calendario complesso, che ha portato in pochi giorni a perdere il primato in Serie A e una qualificazione in Champions già precedentemente compromessa. Il lavoro di correzione di Sarri sul campo è iniziato: il tecnico del Napoli ha già individuato i problemi su cui intervenire. È un primo passo importante per tornare ad acquisire la consapevolezza necessaria affinché i singoli tornino a far funzionare un sistema ancora affidabile e funzionale, perché calibrato sulle loro stesse caratteristiche. Il tecnico dovrà essere bravo nel recupero mentale dei calciatori rispetto alle loro misure abituali: niente è perduto, questa squadra è forte e va sostenuta.

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