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L’Inter è un club autofinanziato: l’operazione-bond e l’indipendenza voluta da Suning

Le dinamiche economiche dell’Inter: le restrizioni di Pechino limitano gli investimenti della proprietà, che a sua volta ritiene la rosa di Spalletti al completo.

L’Inter è un club autofinanziato: l’operazione-bond e l’indipendenza voluta da Suning

L’articolo di Repubblica

L’Inter che si autofinanzia. O meglio: l’Inter, da ora in poi, è un club che si autofinanzia. Ed è una precisa scelta della proprietà cinese, di Suning, un colosso multimiliardario stretto nella morsa delle restrizioni di Pechino. L’operazione-bond formalizzata in questi giorni è stata “spiegata” da e in un articolo di Repubblica, che sottolinea questo nuovo assetto finanziario di autosufficienza.

Leggiamo: «Ebbene, mentre in questi mesi l’Inter ha faticato persino ad avere il denaro dagli stessi sponsor cinesi a causa delle medesime restrizioni (è in credito di oltre 37 mln), con l’operazione dei bond il club diventerà finanziariamente indipendente rispetto alla proprietà di Nanchino. E non è detto sia una brutta notizia visto quanto è legata Suning (troppo, dal nostro punto
di vista; in modo normale, secondo il loro) ai diktat statali. Con l’immissione sul mercato dei bond l’Inter ha avuto un’infusione di cassa di 82 mln, con cui farà fronte alle spese correnti. E le è stata aperta anche una linea di credito di 50 mln per le varie emergenze, ad esempio come paracadute in caso di mancata qualificazione alla prossima Champions».

Il mercato

Come spiegato ieri da Spalletti, «non ci saranno grandi budget per il mercato». Repubblica spiega che «serviranno a coprire le esigenze economiche del club. Anche perché la proprietà ritiene che la squadra così com’è, e senza coppe internazionali da giocare, possa raggiungere almeno il 4° posto. Grazie anche al valore aggiunto dato da Spalletti». Quindi, mercato limitato o comunque low cost: dentro i vari consociati di club cinesi (Ramires, Alex Teixeira); oppure Mkhitarian o Pastore, ma solo in prestito e in caso di cessione di Joao Mario. Insomma, i cinesi studiano un modello sostenibile, anche se sembra impossibile.

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