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Repubblica e il calcio italiano che cambia: siamo il nuovo paese del Tiqui-Taca?

La Serie A è il campionato con la media gol e passaggi più alta. Il nostro calcio sta cambiando, la nostra identità speculativa è ormai obsoleta.

Repubblica e il calcio italiano che cambia: siamo il nuovo paese del Tiqui-Taca?

Dati e suggestioni

Dai che forse ci siamo. Dai che forse l’abbiamo capito, e stiamo iniziando ad avere il coraggio di scriverlo. Apriamo Repubblica, questa mattina, andiamo alle pagine sportive e leggiamo il titolo: “Più tiri e più passaggi, la nuova identità del gioco all’italiana”.

Cosa succede? In pratica, ci stiamo accorgendo che persino il calcio italiano si sta adattando a quanto succede nell’Europa del pallone. La Serie A, dopo essere diventata il campionato con il maggior numero di gol segnati rispetto alle altre leghe top, è anche quello in cui c’è il maggior numero di passaggi per partita. Sì, siamo il nuovo regno del Tiqui-Taca. Questo non è necessariamente un indicatore di spettacolarità, spesso il nostro possesso palla è difensivo perché orizzontale. Però, come dire: due indizi fanno più che una prova.

Metà del guado

Repubblica spiega che siamo nel mentre di un’evoluzione, scrive che stiamo smarrendo il nostro dna. Riportiamo la frase esatta: «Si può dare la colpa a Ventura s puntare dita affilatissime sulla rinuncia a Insigne. Oppure fare i conti con la crisi d’identità di un movimento e di una nazione, che a volte scopre di essere rimasto nella terra di mezzo. Non è più ciò che era e non è ancora qualcos’altro. Per Chiellini, a rovinarci è stato il “guardiolismo”. Perché ha convinto i difsnsori chs impostare il gioco sia più importante di saper marcare una punta, gomiti in faccia, la maglia da strattonare».

Subito dopo, però, c’è una frase che dovrebbe chiarire un po’ di concetti: «All’estero la vedono diversamente. Patrick Urbini ha scritto sulla rivista France Football che nel tempo abbiamo sacrificato la creatività s l’inventiva sull’altare del risultato a tutti i costi, incapaci di reinventarci. Siamo ostaggi dsl risultato come fine s non come consesguenza, una filosofia che era la nostra forza s non lo è più».

Esatto, è tutto così semplice: se l’Italia dei club produce e persegue altro, va in direzione dell’Europa, perché ostinarci a credere di (poter) essere ancora i migliori con un altro gioco? Leggendo Repubblica, ti accorgi addirittura che la Juventus opera più passaggi corti del Barcellona. Che i bianconeri, in questa speciale classifica, vengono dopo Barcellona e Manchester City. Come detto prima, ovviamente, conta anche la qualità del palleggio, non tanto nel numero di passaggi riusciti quanto nel senso: se il possesso palla è difensivo, non è che le cose siano cambiate di molto. Questa, però, è una visione miope. Soprattutto se pensiamo ad alcune nostre “posizioni” dopo che la Svezia, a San Siro, «ha vinto giocando come noi». Anzi, «ha vinto perché ha giocato come noi».

Nessuno meglio di noi

Ecco, questo è il punto. Noi non giochiamo più così. Lo dimostra il Napoli, ma non solo. Lo dimostrano le sei squadre italiane ancora in corsa, tutte, per il passaggio del turno in Europa. Nessuno come noi. E nessuna di queste gioca all’italiana, tantomeno la Juventus (la squadra ideologicamente più vicina a un certo tipo di narrativa). Quando digeriremo il cambiamento, sarà un giorno importante.

 

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