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I gol subiti dalla Juventus: sistema, meccanismi e problematiche della difesa di Allegri

Appunti tattici sulla squadra di Allegri: 14 reti in altrettante partite, la Juventus ha qualche problema difensivo ma sembra incamminata verso un nuovo equilibrio.

Il modulo di gioco

L’indecisione di Allegri sul modulo di gioco è il leit motiv della Juventus in questo inizio di stagione. Anche perché la ricerca di una nuova solidità difensiva passa dall’individuazione di un sistema, soprattutto per una squadra che non ha principi identificativi o comunque riconoscibili come quella bianconera.

Il senso di questa affermazione è semplice: la Juventus 2017/2018 è una squadra che ha iniziato la stagione provando a impostare una difesa più alta e aggressiva, leggermente spostata in avanti rispetto al passato. Non ha funzionato, non sta funzionando bene in relazione all’occupazione degli spazi. O meglio: i numeri difensivi sono positivi, del resto la squadra di Allegri è seconda dietro il Napoli per conclusioni concesse agli avversari. Ma è vero pure che le caratteristiche tecniche e fisiche dei difensori a disposizione non consiglia l’utilizzo di concetti di gioco troppo audaci – si pensi alla scarsa velocità di Barzagli o alle letture elementari di Chiellini.

Cosa non ha funzionato

Zero gol subiti nelle ultime due partite, contro Barcellona e Crotone. Non sono test realmente probanti, forse: gli azulgrana sono venuti a Torino semplicemente per certificare la qualificazione, i calabresi hanno valori troppo distanti per poter pensare a una partita offensiva a Torino. Di conseguenza, non abbiamo certezze reali in merito alla tenuta difensiva della nuova Juventus, ma possiamo andare all’indietro per capire che cosa non ha funzionato.

E torniamo al discorso di prima: i 14 gol subiti dalla Juventus nascono soprattutto da una copertura non ottimale degli spazi della terza linea. Un esempio è la rete di Zapata nel match di Marassi contro la Sampdoria.

Al di là del cross rimpallato e del pessimo contrasto tentato da Lichtsteiner contro Zapata, questa non è una divisione accettabile dei compiti difensivi in area di rigore.

Quello accusato in questo gol è un chiaro scompenso nell’assegnazione degli spazi di copertura. L’azione è confusa, ma i cinque uomini in bianconero non hanno una disposizione coerente nella propria area di rigore. Anche per questo, il duello aereo che viene fuori è in mismatch: “ritrovarsi” con Lichtsteiner e non con Chiellini in marcatura su Zapata si è rivelata come una situazione fatale.

La profondità

Probabilmente, il gol “tipico” subito dalla Juventus in questo primo scorcio di stagione è quello che nasce dalla lettura errata della profondità difensiva. In questo caso, facciamo riferimento a Ciro Immobile, vero maestro nell’attacco dello spazio alle spalle della linea avversaria.

Una situazione che si ripete in maniera similare pochi minuti dopo, in occasione del rigore fischiato dopo l’uscita di Buffon su Immobile.

In entrambe le situazioni, Immobile punta in verticale la zona presidiata dai centrali avversari, taglia dentro passando dietro le spalle dei difensori di Allegri. Il pallone di Milinkovic-Savic è perfetto, la bravura di Immobile in questo contesto di gioco fa il resto.

Anche per via del queste situazioni, Allegri sembra aver deciso di tornare alla difesa a tre. Con un centrale in più, gli attaccanti avversari faticherebbero (e in effetti faticano) a trovare le tracce indovinate da Immobile in un momento di sbandamento difensivo della Juventus. Ecco, anche questo è un punto importante. La squadra di Allegri edizione 2017/2018 ha dei problemi tattici, ma soprattutto sembra vivere dei veri e propri blackout in alcuni momenti della partita. Le due azioni che vedete appena sopra, per esempio, sono distanti tra loro appena sette minuti.

Gli altri gol subiti

Abbiamo “eletto” le due azioni precedenti come “caso di riferimento” perché c’è il precedente in Supercoppa, sempre contro la Lazio; e anche perché gli altri 11 gol subiti dai bianconeri in Serie A nascono da situazioni più episodiche o comunque laterali nel corso di una partita. In questo senso, pensiamo all’errore di Buffon che ha riaperto la partita a Bergamo. E poi c’è la questione dell’incidenza: la Juventus 2017/2018 sembra una squadra in crisi, eppure ha perso appena otto punti in campionato. Contro Atalanta, Lazio e Sampdoria. Praticamente, tutte le partite di cui abbiamo parlato finora.

Le reti subite contro Benevento e Udinese (calci piazzati), ad esempio, sono una parte marginale del racconto, inducono a una riflessione ma intanto sono stati ribaltati dalla forza offensiva bianconera. La squadra di Allegri, in controtendenza rispetto alla sua storia, vanta oggi il miglior attacco del campionato: 40 gol fatti in 14 partite sono tanta roba.

Il Napoli

Come e dove inserire la squadra di Sarri in questo discorso? Innanzitutto partiamo da un assioma verificabile: il Napoli preferisce attaccare in fase posizionale piuttosto che in transizione. Più come la Sampdoria che come la Lazio, giusto per semplificare. Di conseguenza, è ancora difficile immaginare come Allegri possa preparare la partita, stante anche le assenze. La più pesante è quella di Cuadrado, che toglie l’esterno destro a tutta fascia. Mancando anche Lichtsteiner resta il solo De Sciglio, che in un eventuale 3-4-3 non sarebbe perfettamente a suo agio.

Pensare che Allegri possa scegliere l’uno contro uno rispetto al tridente di Sarri è abbastanza realistico. Soprattutto in un momento di riscoperta del sistema a tre. La linea arretrata diventerebbe a cinque con il supporto dei laterali bassi, si creerebbe quella densità di copertura che in qualche modo rende più sicuri i difensori bianconeri. D’altra parte, però, c’è la qualità del Napoli nella creazione di manovre ampie, aperte, che smuovono il sistema avversario.

Insomma, sarà partita aperta. E comincerà già tra domani e l’immediata vigilia, quando si avrà un quadro più chiaro delle probabili formazioni. Di certo, la difesa bianconera arriva a Napoli con l’inconsueto status dell’esame in corso. Il Napoli, in questo senso, potrebbe essere sbarramento o specializzazione, dipenderà dall’esito.

 

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