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Monchi: «A Roma troppo umorali. Bel gioco è anche sapersi difendere»

Intervista al ds giallorosso sulla Gazzetta: «Ci siamo per lo scudetto. A gennaio non compreremo nessuno. I tifosi non vanno allo stadio per applaudire un bilancio»

Monchi: «A Roma troppo umorali. Bel gioco è anche sapersi difendere»

Sulla Gazzetta

Sulla Gazzetta ampia intervista a Monchi il direttore sportivo della Roma. Che non si tira indietro per lo scudetto, fa i complimenti a Di Francesco e anche a Totti perché non ha fatto ostruzionismo. Dell’allenatore dice: «Non mi ha mai venduto cose che non mi poteva dare. Sottolineo tre qualità: la conoscenza della Roma, l’intensità nel lavoro, lo sguardo sempre dritto negli occhi. Se deve dire una cosa negativa a un giocatore la dice, ma sempre nel modo giusto»

Scudetto

«Perché non si può parlare di scudetto? Non siamo i favoriti, ma abbiamo il dovere di provarci. Siamo par­titi in svantaggio ma pian piano stiamo arrivando al livello di Napoli, Juve e Inter. Siamo in costruzione, ma alla fine dell’opera l’edificio sarà bello. (…) Gli 11 titolari della Roma sono tutti naziona­li, non è facile trovar di meglio. Però si può migliorare la con­correnza. Siamo la seconda squadra per rotazioni, e siamo in un’ottima posizione di classi­ fica in Italia e in Europa».

L’ambiente

«Qui si deve scoprire l’esistenza del grigio. Non è possibile che dopo una vittoria il campionato sia già vinto e che dopo la scon­fitta col Napoli si sia da quarto posto. È impossibile opporre barriere all’entusiasmo della gente, però dobbiamo essere capaci di rallentare, essere ec­cessivamente umorali non fa bene. Va trovato il grigio».

Il bel gioco

Per la vittoria in Champions vede favorito il Barcellona. «Ma non sono convinto al 100%. Le inglesi sono forti, soprattutto il City, ma non posso dimenticare il Psg».

Alla domanda “City e Napoli sono le squadre che giocano meglio in Europa?” risponde così: «C’è anche il Barcellona. E poi bisogna mettersi d’accordo su cosa s’intende giocare bene. Uno 0-0 può essere bello come un 5-4 e a me una squadra che sa difendersi piace come una che sa attaccare».

Il mercato di gennaio. «Non faremo niente. I nostri acquisti devono essere i miglioramenti di Defrel e Un­ der, l’arrivo di Schick, il ritorno di Emerson».

Il bilancio e i tifosi

«L’Atletico Madrid è un bello specchio. Può essere che si deb­ba continuare a vendere giocatori, ma senza aver paura: co­me mi è successo a Siviglia le vendite, se ci saranno, dovran­no essere fatte per consolidare la posizione, non per minarla. I tifosi ci devono seguire, ma lo faranno solo se otterremo dei risultati: non vanno allo stadio per applaudire un bilancio. Se chiudo con un attivo di 45 mi­lioni ma non ho vinto nulla, il tifoso non è contento. E io sono qui per vincere, non voglio vendere fumo».

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