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Arturi (Gazzetta): «Ventura lascerà fuori Insigne, ma esiste anche la strada del talento»

Il commento di Franco Arturi al caso-Insigne, corsi e ricorsi storici: «Siamo pur sempre la Nazionale che negli anni 60 metteva in discussione Rivera».

Arturi (Gazzetta): «Ventura lascerà fuori Insigne, ma esiste anche la strada del talento»

Il commento nella posta dei lettori

Franco Arturi scrive di Insigne. Anzi, risponde a una domanda di un lettore in merito alla situazione di Lorenzo in nazionale. Si parla di talento in senso assoluto, quindi ci si mette dentro anche Pirlo, argomento caldo di questi giorni dato il suo ritiro definitivo. Arturi, in qualche modo, difende il talento napoletano. Non attacca Ventura, ma spiega che esiste un’altra strada rispetto a quella del ct.

Leggiamo: «La fatica del talento ad affermarsi nel calcio italiano. Una costante storica: siamo pur sempre la Nazionale che negli anni 60 metteva in discussione Rivera, il giocatore italiano più forte di ogni tempo, come Insigne lo è in questo momento. Anche Pirlo stava per essere bruciato dallo schematismo del calcio italiano che tende a schiacciare creatività e fondamentali nel ruolo di trequartista, l’unico in realtà in cui li sopporta». Primo postulato.

Poi Insigne, e qui si parla di Ventura: «Ora Insigne viene probabilmente tagliato dalla formazione titolare perché disfunzionale nel 532 di Ventura. Motivo? Lorenzo non potrebbe coprire tutta la fascia (con il 451 di Sarri in fase di non possesso lo fa, ma non molti lo vedono). Dunque, in sostanza, le indicazioni del campionato contano poco. Controprova: Bonucci. Un avvio di  stagione disastroso non ne mette in discussione la quotazione consolidata in anni precedenti. I c.t. azzurri sono molto più selezionatori che allenatori? Può darsi, ma selezionano solo chi è coerente con la loro idea di calcio»

Adattabilità

Arturi, poi, prova a distruggere il luogo comune degli allenatori “adattabili”: «I tecnici adeguano al materiale a disposizione. Ma quando mai? Prendete Sarri: con gran parte della squadra ereditata da Benitez ha felicemente imposto ben altro gioco. Tutti a tifare Italia e Ventura, naturalmente, ma consapevoli che esiste un’altra strada. Quella che parte dai giocatori di spicco, in assoluto o del momento. Mettere al primo posto il talento individuale e non il sistema di gioco. Cucire un vestito sulla taglia dei migliori, non fornire misure standard in cui non possono ritrovarsi. Intendiamoci: forse hanno ragione loro, i tecnici. Che vedono molte cose per noi non percepibili. Speriamo che il baratto del talento riesca».

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