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Sarri: «Quando parlo alla stampa mando segnali alla mia squadra»

Maurizio Sarri in conferenza stampa al termine di Napoli-Sassuolo: «C’è la sensazione che lo scudetto si vincerà sopra i 90 punti».

Sarri: «Quando parlo alla stampa mando segnali alla mia squadra»
Sarri / Foto Matteo Ciambelli

In conferenza stampa

Maurizio Sarri in conferenza stampa al termine di Napoli-Sassuolo: «La squadra sta reggendo bene, abbiamo ruotato tre-quattro uomini nelle ultime partite. Cerchiamo di risparmiare alcuni minuti appena possibili. Noi dobbiamo giocare partita per partita, ora testa al Manchester City senza retropensieri per la partita di domenica prossima. Stiamo bene, numeri e sensazioni sono positive. Corriamo quanto lo scorso anno, ma abbiamo maggiore qualità».

La difesa, Maksimovic e gol subiti: «Il gol subito è un nostro classico, quando dominiamo abbiamo dei cali di tensione gravi, che ci portano a subire gol. Il primo tempo sembrava dovesse finire in pareggio, contro ogni logica. È un aspetto che dobbiamo migliorare, è successo anche a Genova. Maksimovic fuori forma? Non è assolutamente vero, nell’ultimo blocco è stato lui a sostituire Albiol. Vice-Koulibaly? Non ne conosco, conosco il vice-sceriffo e non altro. Se c’è Albiol è normale che Chiriches possa andare sul centrosinistra».

Gli attaccanti e le parole di Mertens sullo scudetto: «In alcune occasioni, gli attaccanti potevano fare meglio oggi, soprattutto nel primo tempo. A Firenze si dice che non sai una sega di quello che si dice negli spogliatoi. Quando parlo alla stampa non rispondo a voi, ma cerco di dare un segnale alla squadra».

Sarri sul ritmo scudetto e la distrazione Champions: «Non penso che tutti terranno questo passo fino alla fine. Le squadre medio-basse si assesteranno e diventeranno più sporche e cattive. Probabile che per il titolo si debba andare sopra i 90 punti. Parlare di Champions come distrazione o complicazione mi sembra ingiusto, è la più grande manifestazione che esiste. Giocare col City è bello, sarà dura fare risultato ma la voglia di confrontarsi deve essere forte».

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