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Repubblica: «Napoli bello e possibile, che il regime-Juve sia concluso?»

Repubblica sul primato solitario del Napoli: «Un piccolo Barcellona dell’epoca classica, con la perfezione poliedrica di Mertens».

Repubblica: «Napoli bello e possibile, che il regime-Juve sia concluso?»

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Su Repubblica, nessun riferimento al Var nei titoli sulla Juve o sul primato del Napoli. Si parla (giustamente) della moviola per Torino-Verona, ma il duello per il primo posto sembra giocarsi in piena regolarità. L’apertura del classico commento di Crosetti è dedicata al passo falso della Juventus: «Anche l’eternità si prende qualche intermittenza. Quest’anno a Gigi Buffon succede forse un po’ troppo spesso. E comunque la sua palla/saponetta toglie il primo posto alla Juve. È da quel momento, breve e intenso, che l’Atalanta scopre come raggiungere i bianconeri sia possibile: l’incredibile missione si compie alla distanza (stavolta anche Dybala è intermittente dal dischetto) e lascia il Napoli davanti e solo, oltre che l’Inter seconda, spalla a spalla con Allegri e Agnelli. Non era troppo prevedibile».

Ma non si tratta solo di demeriti bianconeri, c’è anche una “spiegazione azzurra” al primo posto di Sarri e dei suoi ragazzi: «Il “memo Napoli” è più bello, si sapeva già prima. Adesso è più bello in solitudine. Le sue arti sono note: ipnotizza l’avversario, poi lo sfianca con quel gomitolo di passaggi, infine lo sgretola. Passo corto e agile, cervello svelto, posizioni in campo senza un millimetro di sbavatura. Non si commette peccato di blasfemia se si dice che il Napoli è davvero un piccolo Barcellona dell’epoca classica, con la perfezione poliedrica di Mertens che sa fare tutto, e ogni cosa meglio  dell’altra: gol, assist, scatti, movimenti, incastri. Il belga è in stato di grazia, forse indulge un po’ troppo con il tacco ma il pubblico va in estasi così, mica paga il biglietto per vedere le badilate, sia detto senza offesa».

I vizi bianconeri

Belle parole, rispecchiano in pieno concetti e significati della squadra partenopea. Poi si torna sulla Juve: «I bianconeri provano a rispondere a spallate, con orgoglio e mestiere. Segna due gol in tre minuti, poi dilapida il tesoro perché è friabile in difesa, distratta, più vulnerabile ormai. Se poi si sfarina anche la leggenda Buffon, i guai prendono corpo e forma. Siamo solo alle prime righe del romanzo, però è netta la sensazione che un regime sia concluso. Magari, alla fine, sarà ancora la campionessa d’Italia seriale a prendersi lo scudetto, ma per riuscirci dovrà essere migliore di un Napoli fortissimo, più bella di una squadra bellissima. Come minimo ci riempiremo gli occhi fino a maggio».

Gli unici riferimenti al Var di Bergamo nella cronaca di Atalanta-Juventus: «Ha dato e che ha tolto: un gol di testa di Mandzukic (sarebbe stato l’1-3) è stato annullato perché alla moviola s’è visto che l’azione era cominciata con una brutta gomitata di Lichtsteiner a Gomez (il rosso non sarebbe stato uno scandalo) che Damato non si capisce come non avesse notato, mentre il rigore è stato ribadito al replay: sulla punizione di Dybala, dalla barriera s’è alzato un gomito di Petagna che ha incocciato il pallone. Un fallo non evidentissimo, ma è giusto fidarsi degli specialisti che hanno guardato e riguardato»

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