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Mertens: «Non dimentico l’accoglienza di Napoli quando ero un signor nessuno»

Intervista a Repubblica: «Sono cresciuto grazie alla continuità e al calcio di Sarri che sembra fatto su misura per me»

Mertens: «Non dimentico l’accoglienza di Napoli quando ero un signor nessuno»
Mertens (Carlo Hermann)

La chiamata di Benitez

Intervista di Repubblica a Dries Mertens che ricorda la prima volta a Napoli, quando venne a giocare con l’Utrecht.

«Nel 2010 venni a giocare a Napoli da avversario, con l’Utrecht. Mi colpì la cartolina: Vesuvio e lungomare. Tre anni dopo arrivò la chiamata di Benitez e mi tornò in mente quella giornata di sole. Feci un sopralluogo con la mia futura moglie e decidemmo subito che era il posto giusto per noi. Non ce ne siamo mai pentiti».

Racconta il suo rapporto con la città, di quando andava a giocare a bowling e il suo nome era Ciro Martinez.

«Non dimentico come sono stato accolto, quando ero un signor nessuno e tutti si facevano in quattro per farmi sentire a casa mia: mica solo adesso che sono sulla cresta dell’onda e le tante attenzioni che ricevo possono sembrare la normalità…

Della squadra dice: «Giocar male e vincere? Ci metterei subito la firma, in cambio dello scudetto. Ma è stato il nostro calcio a portarci quassù ed è soltanto continuando su questa strada che possiamo sognare di rimanerci.

«Sono cresciuto innanzitutto grazie alla continuità che, partendo spesso dalla panchina, prima non avevo. Ma è grande merito anche del calcio di Sarri, che sembra fatto su misura per me. Amo giocare con il pallone rasoterra e le triangolazione veloci: i punti forti e distintivi del Napoli. E poi mi trovo benissimo con Lorenzo Insigne, con cui non devo più lottare per un posto. Parliamo lo stesso linguaggio tecnico e siamo migliorati insieme». Considera la Juventus la favorita per lo scudetto.

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