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Italia prima nel medagliere dei Mondiali di canottaggio snobbati dai media

Eccellente prova dell’Italia ai Mondiali in Florida. Lo scarso rilievo mediatico è una forma di sottocultura

Italia prima nel medagliere dei Mondiali di canottaggio snobbati dai media

La sottocultura sportiva in Italia

Una ventina di giorni fa, ignorato dai quotidiani e con trasmissioni Rai quasi sempre in differita e date a tarda notte, si è svolto in Florida, a Sarasota, il campionato del mondo assoluto di canottaggio (classi olimpiche, non olimpiche e paralimpiche).

L’evento ha avuto una risonanza mondiale straordinaria con la sola, splendida eccezione del nostro paese.

È evidente che il grattarsi la punta del naso di qualche strapagato calciatore fa più notizia e nessuno, in linea di principio, avrebbe da obiettare. Però la completa assenza dei giornali con articoli degni del livello della manifestazione, con la sola eccezione della rosea e per qualche giornale sportivo in trafiletti scarsi, e la Caporetto della Rai che ormai da più di un anno non manda in diretta alcun evento, ovviamente di canottaggio, sia nazionale che internazionale è veramente incredibile.

I 5 milioni di budget in Italia, contro i 36 della Gran Bretagna

Il caso, ma non tanto, poi, ha voluto che la nostra Nazionale vincesse la classifica del medagliere, cosa che storicamente risale alla notte dei tempi, ovvero siamo stati la nazione che ha vinto più medaglie di tutti facendo bella mostra di questo risultato sul sito della federazione internazionale.

Qualche riflessione a tal proposito andrebbe fatta.

È difficile immaginare infatti che in paesi come l’Inghilterra, la Germania, l’Australia, la Nuova Zelanda, e gli Stati Uniti, le notizie di questo mondiale siano state amplificate alla pari degli sport più seguiti, e qui neanche un rigo nei giorni precedenti né alcuna diretta della Rai.

Tutto ciò porta a due considerazioni. Una di natura etica: il canottaggio e il rugby nel mondo hanno un apprezzamento ed una valenza culturale e sociale importantissima. L’altra di natura più pratica: ovvero nessuna o poca visibilità equivale a una vana ricerca delle fonti finanziare alternative… un grande peccato!

A questo punto la federazione che riesce a primeggiare con pochi spiccioli (quasi 5 milioni il budget federale contro i 36 della Gran Bretagna) farà inevitabilmente molta fatica fra alterne fortune, a proseguire il suo progetto vincente.

Resta l’amarezza e soprattutto l’impotenza di fronte a questa che mio avviso è una forma di sottocultura, che ci vede purtroppo, tra i paesi meno interessati agli sport che nobilitano l’immagine della nostra nazione pur lontani dalle luci della ribalta.

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