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Il campionato di Nello Mascia / L’avvertimento di Bonucci a Immobile, il whisky di Tavecchio e Ventura

A un mammasantissima influente come lui, una umiliazione del genere. Non si fa. Non si fa. Per fortuna, Insigne ha dimenticato la cura Ventura

Il campionato di Nello Mascia / L’avvertimento di Bonucci a Immobile, il whisky di Tavecchio e Ventura
Bonucci discute con Immobile dopo il 4-0 della Lazio al Milan

FALLI DA DIETRO – COMMENTO ALLA TERZA GIORNATA DI CAMPIONATO 

È una partita a tre. E non è una sentenza affrettata.

Dalla Florida a Livorno la natura si ribella, violata nelle sue regole eterne.

L’uomo è costretto a guardare e a interrogarsi sulla forma del vento.

A Venezia vince il fantasy romantico di Guillermo Del Toro, all’Olimpico l’uragano si chiama Ciro.

L’avvertimento di Bonucci

Tripletta impreziosita dall’avversario. Che dicono sia il difensore più forte del mondo.

Non ci sta il capo-bastone ridicolizzato.

E a fine gara rimprovera a muso duro il ragazzo fino a smorzargli il sorriso e la gioia per quella squillante impresa.

A un mammasantissima influente come lui, una umiliazione del genere. Non si fa. Non si fa. A me sembra un avvertimento.

Brutto risveglio per l’Aeroplanino.

I Milanyongh. finalmente incontrano un vera squadra e ne prendono quattro.

Dopo un’estate di fuffa mediatica, vaglielo a dire ora ai cinesi che questa è la realtà.

È una partita a tre

Gli estensi vengono da un campionato lungo e duro, vinto alla grande. Sono ben guidati da un allenatore umile e preparato.

Gli Aquilotti avevano già sbattuto becco e artigli contro le vetrate sbarrate di quella difesa inviolabile.

Gli Intersuning giocano male, ma vincono.

Prendono i pali con tiri da fuori in cerca di fortuna, ma alla fine vincono.

Ci vogliono cinque minuti perché il Var sentenzi un rigore, ma poi alla fine grazie a quel rigore, si sbloccano e vincono.

Spalletti si degna di far giocare Joao Mario nel suo ruolo

Il lavoro del Parapet si vede.

La squadra migliora molto in difesa grazie alla buona intesa tra Miranda e Skriniar che è un’autentica sorpresa.

Tutti conoscono l’amore incontenibile e disperato del Parapet per il Ninjia.

Rincorso a lungo in estate e mai raggiunto.

Strabuzzando gli occhi, aggiungendo qualche ruga in più alla già rugosa fronte, allargando le braccia da pipistrello, il Parapet si degna finalmente di impiegare in quel ruolo Joao Mario.

Che proprio uno scarto non deve essere, visto che in fondo ha vinto da protagonista un Europeo al fianco di un certo Cristiano Ronaldo.

E così accade che l’attacco macina gioco con più scioltezza.

Anche grazie al ritrovato Perisic, grande forza nelle gambe, grande piede, vero grande acquisto dell’estate.

Era una partita sporca che si doveva vincere, che alla fine si è vinta.

Partita sporca

Era partita sporca quella del Dall’Ara.

Soffre il centrocampo il black out di Maresharck e di Jorginho.

Soffre la difesa le incursioni di Verdi. Che personalmente ammiro molto e sogno (qualche volta, non sempre, ho anche altri sogni, amici) in azzurro.

Soffre il tifoso le sofferenze di Vlad il Vampiro, vittima del medicazzo maldestro che trasforma il bordo campo in un set di George Romero.

Tutti ad aspettare lo strappo del braccio dal petto con relativo spruzzo che inondi il muso del goffo pasticcione.

Insigne ancora frastornato dalla cura Ventura

Poi il Pibe di Fratta, ancora frastornato dalla cura Ventura, si ricorda delle lezioni del Sor Tuta e pennella sulla capoccia di Lazarillo la perfezione.

Poi il Fiammante Fiammingo si inventa un magico gol da gatto (ma cos’è quel muso regalato alla telecamera?).

Ed è vittoria catalana.

Pioli John Malkovich

Fatelo lavorare John Malkovic.

Gli hanno consegnato una squadra smandrappata. Dategli il tempo di ragionare.

Non c’è storia, non c’è partita al Bentegodi.

Anche perché il portiere scaligero è uno scolapasta da mettere in testa a Napoleone Pecchia, troppo fedele ai dettami del suo mentore, l’indimenticato Oste Benitez.

Ma che polmoni questo Veretout, e che piede.

E che muscoli, che rapidità questo Pezzella, argentino scuola River dal nome napoletano.  E che velocità questo Gaspar principe della corsia destra.

È festa grande a Cagliari.

E non c’è pioggia che tenga.

Si inaugura il Sardegna Arena con la sfilata degli operai che hanno lavorato per 127 giorni, ferragosto e domeniche comprese.

Il primo gol , quello da tre punti, lo segna Marco Sau, detto Pattorino, sardo di Sorgono: il modo migliore per festeggiare il nuovo impianto.

Intervista a Del Neri: “Oggi in 11 contro 11 abbiamo giocato molto bene. Siamo stati bravi anche a soffrire in 10 contro 11”.

Peccato che l’Udinese abbia giocato 11 contro 10. Con l’uomo in più, non 10 contro 11.

Non è che gli allenatori alzino un po’ troppo il gomito?

Anche alla luce della recente confessione di Tavecchio: “Bevo whisky tutti i giorni con Ventura”.

Ma questa comunque non mi sembra una buona scusa.

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