ilNapolista

La Gazzetta elogia il torneo di calcio a Scampia per ricordare Antonio Landieri

Un editoriale del quotidiano dedicato a “Libera in goal” per ricordare il ragazzo sulla sedia a rotelle ucciso da una pallottola vagante. Obbligo di autoarbitraggio, squadre anche dal Friuli

La Gazzetta elogia il torneo di calcio a Scampia per ricordare Antonio Landieri

Libera in goal

Oggi la Gazzetta dello Sport dedica un editoriale alle iniziative sportive a Scampia. Editoriale a firma Fausto Narducci. Preceduto da un accenno polemico riguardo l’integrazione “che non può venire certo da operazioni televisive come Gomorra o con la Gatta Cenerentola in versione musical camorristico che sta sconvolgendo Venezia”.

Narducci si sofferma sul Torneo “Libera in goal” che l’associazione di don Ciotti organizza da due anni insieme con l’Arci Scampia per ricordare una delle tante vittime innocenti della camorra. Così scrive

Peccato non girare un film anche sulla ex piazza di spaccio di via Fratelli Cervi dove dalle siringhe abbandonate sono spuntati tre campi di calcio in sintetico e il 23 settembre verrà inaugurata la Scugnizzeria, che non è altro che un laboratorio teatrale e di attività sociali. Tutto nel nome di Antonio Landieri, un ragazzo costretto sulla sedia a rotelle che nel 2004 fu ucciso per sbaglio mentre giocava a calciobalilla durante un regolamento di conti e che è stato appena riabilitato dopo un lungo iter giudiziario. Il sorriso contagioso di Antonio campeggia sui manifesti che circondano i tre campi di gioco dove 10 squadre (55 giocatori in tutto) provenienti anche dal Friuli scendono in campo con l’obbligo dell’auto-arbitraggio e di schierare almeno una donna.

Non solo Maddaloni

Maddaloni ricorda che tutti conoscono la scuola di judo dei Maddaloni a Scampia e aggiunge che Rosario La Rossa e Antonio Piccolo non sono da meno. Il primo, cugino di Antonio, ha fondato l’associazione Vodisca che vive di libri e produzioni teatrali grazie alla donazione della casa editrice Marotta e Cafiero.

Antonio Piccolo “ex calciatore, girovagando per il quartiere ha creato nel 1986 una Scuola Calcio (dove paga solo chi ha soldi) che ha ricevuto la medaglia di bronzo Uefa e, grazie all’impegno finanziario della Fondazione Cannavaro-Ferrara, ha ristrutturato nel nome di Landieri lo stadio locale, dove il campo sintetico è stato costruito con gli scarti delle ruote abbandonate nella Terra dei Fuochi”.

Martucci conclude ricordando i toccanti discorsi inaugurali “di Lucilla Andreucci, rappresentante nazionale di Libera per lo sport, e Alessandra Clemente, assessore comunale alla gioventù figlia di un’altra vittima della camorra, Silvia Ruotolo. Ma commuove ancora di più l’impegno dei genitori di Antonio Landieri, appena diventati nonni di un nipote che porta il suo nome”.

ilnapolista © riproduzione riservata