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Fritz Dennerlein 25 anni dopo: il ricordo di un vero uomo di sport

Una mattinata in suo onore alla Canottieri Napoli. Con la figlia Federica, il fratello Bubi e il celebre “caimano” Eraldo Pizzo che non ha trattenuto la commozione

Fritz Dennerlein 25 anni dopo: il ricordo di un vero uomo di sport

Le altre celebri linguacce

Prima di questa conoscevamo due linguacce celebri, quella di Albert Einstein e quella meno celebre ma ugualmente famosa di Alessandro Del Piero. La terza, che proponiamo in questa immagine, è di Fritz Dennerlein e non ho dubbi a premiarla perché, oltre alla straordinarietà del gesto, è assolutamente rivelatrice del carattere del personaggio. Seguite il cronista in questa ardita interpretazione dell’elogio della linguaccia. Quella del fisico ha un che di serioso che la fa apparire meno spontanea. Quella del calciatore, invece, è eccessivamente esibita quasi che il campione spesso trattato male dalla critica e dal pubblico volesse prendersi beffa dei suoi detrattori.
La terza, stampata sul volto pacioso e sempre sorridente del grande nuotatore è, al contrario, una esplosione spontanea e coinvolgente di gioia. Questo sono io sembra dire l’airone, chi mi vuole bene mi segua. «Papà era proprio così, ha detto trattenendo a stento le lacrime la figlia Federica, questa immagine la porterò sempre con me».

Una bella giornata alla Canottieri

La scoperta l’abbiamo fatta questa mattina sulla terrazza sfolgorante della Canottieri dove gli amici di sempre, giunti da ogni parte d’Italia, hanno voluto rendere omaggio alla memoria del “signore delle piscine” del quale in questi giorni ricorre il venticinquesimo anniversario della scomparsa. La foto, incorniciata, l’ha portata il suo amico più caro, Eraldo Pizzo, il “caimano” di un’altra leggenda che prima o poi varrà la pena di raccontare. Accanto a quella dell’airone porticese che ha scritto pagine straordinarie da nuotatore, da pallanuotista e da genio della tattica.

La commozione del “caimano” Eraldo Pizzo

Fu lui a inventare la “zona”, che consentì ai pigmei azzurri di contrastare e di battere i colossi dell’est europeo ai quali strappò la vittoria in una memorabile finale della Coppa dei Campioni che si disputò a Palermo per l’inagibilità della nostra piscina, (e qui starebbe di lusso un’altra linguaccia). Eraldo custodisce il ricordo dell’amicizia con Fritz come un valore da tramandare ai figli che hanno risposti alla grande. Al nipote del caimano è stato imposto il nome di Federico. Quando ha ricordato questo episodio familiare il “caimano” si è commosso: «Sapevo che sarebbe accaduto, ma per nessuna ragione al mondo avrei rinunciato a questa giornata che in un solo colpo mi ha regalato tante emozioni».

Federica, la figlia di Fritz Dennerlein, con (a sinistra) Eraldo Pizzo e a destra lo zio Bubi

Che vinca il migliore

Con Bubi il compito del cronista è stato più facile perché Gualtiero Parisio, il capitano del settebello giallorosso, ha diretto con maestria il confronto tra i due grandi vecchi. Spostando l’interesse verso la grande lezione educatrice dei fratelli Dennerlein. Che vinca il migliore è stato il loro motto. Lo hanno rispettato fino in fondo, anche quando in palio c’era uno scudetto e la Rari Nantes, allora fortissima, si era votata al sacrificio. Bubi e Eraldo, tra l’altro, hanno seguito con grande interesse l’esibizione degli allievi di Lello Avagliano e di Enzo Massa e si sono fortemente complimentati per le eccellenti qualità dei campioncini.

Una giornata con tre medaglie d’oro olimpiche

Una grande giornata, insomma, con tre medaglie d’oro olimpiche – Carlo Silipo, Nando Gandolfi e Davide Tizzano che ne ha vinte addirittura due – e per non farci mancare niente, Rino Merola, il fischietto d’oro, ha regalato una esibizione da incorniciare di <‘O sole mio> con un acuto tanto possente da far tremare le vetrate della terrazza. È finita in gloria, insomma, tra gli hurrà per il futuro della Canottieri e dello sport. E con l’impegno dell’assessore comunale Ciro Borriello di utilizzare tutti e bene i fondi per le Universiadi. È una grande chance, se fallisce, lui lo sa, verrà bocciato con una linguaccia.
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