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L’enigma Rog: un anno dopo, è ancora in rodaggio

Uno degli oggetti misteriosi della gestione Sarri. Ha esordito a dicembre, poi ben giocò contro Juventus e Roma prima di tornare di nuovo in naftalina

L’enigma Rog: un anno dopo, è ancora in rodaggio
La gioia di Rog dopo il gol 3-1 all'Atalanta nella gara d'andata

Il cagnaccio di centrocampo

Se l’allenatore del Napoli non fosse stato Maurizio Sarri, Marko Rog sarebbe stato certamente protagonista di gag, barzelletti e programmi comici napoletani. Walter Mazzarri, Benitez nemmeno lo nominiamo, sarebbe stato crocifisso per la gestione del centrocampista croato lasciato ad invecchiare come si fa col buon whisky scozzese. Nella leggenda metropolitana che ha accompagnato questo calciatore a Napoli, c’è persino chi ha assicurato che il lungo apprendistato fosse dovuto alla trasformazione di Rog da trequartista a cagnaccio di centrocampo.

Marko Rog è arrivato la scorsa estate. La conversione mediatica italiana dei fatti lo voleva come giocatore di risulta nell’affare Pjaca. Un nuovo Jonk, quello che l’Inter dovette prendersi in carico per arrivare a Bergkamp. La Juventus è stata più furba, almeno questo ci siamo sorbiti, e ha acquistato solo il fuoriclasse che poi fin qui non ha toccato palla anche a causa di un infortunio. L’altro è toccato al Napoli. Eppure l’altro, ossia Rog, aveva già giocato in Champions ed è stato protagonista lo scorso anno della qualificazione alla fase ai gironi della sua Dinamo Zagabria (ai danni del Salisburgo).

Scomparso

Giunto a Napoli, di Rog si sono perse le tracce. Non ha mai giocato uno scampolo di partita. Settembre niente. Ottobre niente. Novembre niente. Regolarmente convocato dalla sua Nazionale, Rog non ha mai detto una parola fuori posto. Il giorno del debutto è stato il 2 dicembre 2016: Napoli-Inter 3-0 (senza Mertens). Rog entrò a risultato acquisito al posto di Hamsik a un quarto d’ora dalla fine. Salutato da una semi-ovazione del San Paolo. Almeno era vivo.

Ha collezionato quindici presenze in campionato. In larga parte scampoli di partite. Dopo l’esordio da titolare in Coppa Italia contro lo Spezia, ebbe il suo – breve – momento – di gloria a cavallo tra febbraio e marzo. In quindici giorni, fu impiegato tre volte da titolare. La prima contro la Juventus nell’andata della semifinale di Coppa Italia, a Torino. Rog giocò un’ottima partita, soprattutto nel primo tempo, dimostrando personalità.

Impressionò a tal punto che Sarri lo ripropose quattro giorni dopo, all’Olimpico, contro la Roma. E anche qui il giovane croato – 22 anni – non deluse affatto, pur facendosi notare per la sua eccessiva aggressività. Azzannò senza timore le caviglie di gente come De Rossi. Il 12 marzo, dopo l’eliminazione col Real Madrid in Champions, la sua ultima da titolare: al San Paolo contro il Crotone, partita vinta 3-0. Rog rimediò un’ammonizione e rischiò l’espulsione. Venne sostituito al 55esimo da Zielinski. E da allora non è mai più stato titolare.

Il croato sembra ancora in fase di rodaggio. Fin qui non è mai stato impiegato dal primo minuto, anche se nel quarto d’ora giocato contro l’Atalanta è riuscito a segnare il suo primo gol in Serie A. Domenica potrebbe essere la volta buona, contro il Benevento. Resta il mistero di questo sesto centrocampista che continua a essere un calciatore che non rientra nelle rotazioni d’ordinanza previste da Sarri.

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