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Il campionato di Nello Mascia – La Dea è la nuova Giulietta. Buffon ci riporta alla giovinezza

Falli da dietro – La Var non è perfetta, ma la gente si fida; il ritorno al passato di Spalletti, la paura a San Siro. E il fiuto di Cutrone.

Il campionato di Nello Mascia – La Dea è la nuova Giulietta. Buffon ci riporta alla giovinezza

La conquista di Roma.

Troppo presto il ritorno al passato. Emozioni ancora troppo fresche.

Si becca i fischi, le urla, gli insulti.
Ingobbisce vieppiù le spalle. Strabuzza a dismisura gli occhi in una smorfia di incredulità.

Il suo sosia Minniti si affiderebbe agli idranti e a qualche luogotenente dei modi spicci.

Thohir agli olandesi.

Lui si affida a Maurito l’Immenso e a una colossale dose di culo.

I Sangue-Oro per tutto un tempo giocano al tiro a segno. Tre pali e un rigore ignorato dal Var.

Poi la musica cambia.
Fuori l’inguardabile Gagliardini per Joao Mario.
Fuori il giapponesino per il nuovo luccicante Dalbert.
La squadra guadagna metri e vede la luce.

La Roma molla di colpo, improvvisamente si sfilaccia e si allunga.
Salgono in cattedra Vecino, e El Greco Borja Valero.

Il Parapet va via dall’Olimpico con tre punti pesantissimi.
Il primo Big Match dell’anno è suo.

Gli ergastolani sotto di due gol a Marassi dopo appena sei minuti.

Il Var decreta il secondo rigore contro, in due partite, per di più ingiusto. Qui si fa la storia signori!

È troppo per il Pomata che già non ne può più. “Liberiamoci dal mostro! Toglie la discrezionalità all’arbitro”.

Sono queste le parole che producono immediatamente l’effetto flash-back.

È come sentire nell’aria improvvisamente il verso di una canzone di Tenco o di Endrigo.
Balzano alla mente i ricordi belli degli anni sessanta.
Le prime fidanzatine. Le passeggiate mano nella mano alla Caiola. Il profumo della gioventù e della primavera. I giorni dell’abbandono e della serenità.

Il Pomata parla di discrezionalità dell’arbitro.

Ed ecco affiorare immagini-icone.
Ceccarini e il famoso contatto Iuliano-Ronaldo.
Il gol fantasma di Muntari.
Ma anche cosucce più recenti, e più vicine a noi.
Che so, la finale di Supercoppa a Pechino del 2012 per esempio.
Oppure – se volete – la semifinale di Coppa Italia allo Stadium appena nel marzo scorso.
Quando all’immacolato Valeri era affidata discrezionalità totale di falsare un risultato.

Ci vuole coraggio a dire certe parole. E il nostro Eroe Nazionale – lui duro e puro – di coraggio ne ha da vendere.
Non c’è trippa per gatti, quest’anno, signori.

Fatevene una ragione. E giocate!

Il Var non è perfetto.
Tra l’altro non si sa manco se usare il maschile o il femminile.

Secondo la Crusca sarebbe più corretto dire “il Var”, ma è ammessa anche “la Var”.
Pur di non sentire la Boldrini.

Non è perfetto. Ma aiuta a correggere non tutti, ma alcuni errori.
E poi c’è un elemento in più.
La gente si fida.
E il clima negli stadi è decisamente migliorato.

Meno male che contro la Dea si gioca solo due volte all’anno.

L’Atalanta per il Napoli è come la kroptonite per Superman.
Gasp si conferma l’unico allenatore in Europa ad aver trovato l’antidoto alla Rivoluzione Sarriana.

Per un tempo i nostri non toccano letteralmente la palla.
Contro gli stessi che una settimana fa camminavano contro i Sangue-Oro. Incredibile.

“La Dea è una zoccola, altro che Giulietta”, sentenzia sottovoce il prode Iavarone, mio compagno di sofferenze sul divano.

Ma spetta ai fuoriclasse ribaltare i destini.

E se all’Olimpico svetta Wandicardi, se a Marassi riluce la Joya, al San Paolo ecco la magia di Pietro Zielinski, atteso a palcoscenici eccelsi.

La partita cambia di colpo.
Sor Tuta fa ricorso ai gioielli in panca.
Dentro il sontuoso Diawara. Dentro il ruggente Rog. E dentro Allanaladin. E il Sarrismo da manuale è ripristinato.

Ma quanta paura. Paura anche a San Siro per la prima dei Milanyongh.

Lavori in corso per l’Aeroplanino che per ora si affida al genio di Suso protagonista sia in fase di accentramento che sulla fascia.

E al fiuto realizzativo di Patrick Cutrone che per certi tagli, per la furbizia e l’intuito ricorda il primo Inzaghi.

Grande secondo tempo dei Sardi che onestamente il pareggio lo avrebbero meritato tutto.

E ricordiamoci di Nicolò Barella ventenne enfant du pais per le bellissime cose che ha fatto vedere di sé.

Per il campionato delle outsiders emerge il Toro che nel cor mi sta e il gol capolavoro del Gallo che pare abbia deciso di restare.

Gli Stilnovisti sono sull’orlo del baratro. Se non usano questi ultimi quattro giorni per fare spese, la vedo difficile. E loro i soldi li hanno.

Stregoni sfortunatissimi con il Bologna. Gran festa per il debutto in Serie A.
Ma a tempo scaduto il Var annulla il pari in mischia di Lucioni, che aveva fatto impazzire dalla gioia lo stadio Vigorito.

Frenetiche le verifiche per accertare se la casa che si è sbriciolata sui fratellini a Ischia dovesse essere demolita.

Secondo il terremoto, sì.

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