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Gianni Mura: «Napoli favorito sulla Juve per lo scudetto, Sarri ha un approccio unico»

L’editorialista di Repubblica si diverte a fare le carte al campionato: «Napoli al 31%, Juventus al 29%. La squadra di Sarri mi ricorda il Milan di Sacchi».

Gianni Mura: «Napoli favorito sulla Juve per lo scudetto, Sarri ha un approccio unico»

Percentuali scudetto

Gianni Mura ride e scherza nella sua intervista precampionato al fantomatico veggente calcistico (“Palla di lardo”). Si sbilancia sul prossimo scudetto, con tanto di percentuali per la vittoria finale. Lo fa su Repubblica, l’anno scorso aveva dato il 51% alla Juventus. Quest’anno rivede le posizioni, e lancia il Napoli come favorito. Anche se per pochi punticini percentuali, giusto due: «Napoli 31%, Juve 29, Milan 13, Inter 11, Roma 9, Lazio 7. Napoli e Juve erano 30 pari, poi nella morbida trama del lardo ho visto una N, un indizio preciso».

L’atmosfera dell’articolo è divertente, quasi goliardica. Però c’è anche una parte di analisi. Per Mura, il Napoli è favorito per questi motivi: «La palla di lardo prevede un calo difensivo della Juve e, forse, qualche difficoltà a inserirsi di Bernardeschi. Previsto, e visto domenica sera. Uno come Bonucci non si sostituisce facilmente, sia come difensore puro sia come rampa di lancio. Mancando uno coi suoi piedi, sarà più redditizio per le avversarie pressare alto, ai bordi dell’area».

Ancora sulla Juve: «Ma non è tutto qui e non credo sia l’effetto-Cardiff. Piuttosto qualcosa che somiglia a una crisi di crescita, a una difficoltà di riconversione. Poi, faccio notare che alla chiusura del mercato mancano due settimane buone e la palla di lardo non può sapere se la Juve venderà Dybala, ma non credo, gli ha appena consegnato la maglia numero 10, oppure se il Milan comprerà una punta da 20 gol, Belotti tanto per dire. In parole povere, senza Bonucci Allegri dovrà inventarsi un’altra Juve».

Sarri

E quindi, passano in testa Sarri e i suoi azzurri: «Hanno la coscienza di fare il gioco migliore che non sempre paga. Vi dico che il Napoli di Sarri è la squadra che più mi ricorda il Milan di Sacchi, con un’intensità forse maggiore e con interpreti di minor caratura. Evochiamo Tassotti, Galli o Costacurta, Baresi e Maldini e chiudiamola lì per non infierire su Hysaj, Albiol, Koulibaly e Ghoulam. Anche al Milan di Sacchi capitava di dominare e di perdere in casa con l’Ascoli».

«Di speciale il Napoli ha l’approccio a questo campionato. Ha confermato tutti quelli che riteneva utili, ha comprato qualche buona riserva, Ounas sembra il più quotato per dare respiro a Callejon. In sostanza, il Napoli non ha fatto mercato alto ritenendo di essere già a posto così. È una scelta precisa. E una responsabilità in più per Sarri. Il cinghialone non ha modi che lo porteranno a bere il tè con la regina Elisabetta, ma di calcio capisce parecchio. E dovrà essere bravo quando sceglie l’attacco. Infortunato Milik, era obbligato l’impiego della fanteria giapponese, ma adesso? Riportare Mertens su una fascia, quale che sia, sembra un’eresia».

Le altre

Inter e Milan; «L’anno scorso la palla sbagliò clamorosamente con l’Inter, ma con l’Inter è facile sbagliare. So dove volete arrivare, all’accorciamento delle distanze, ma anche l’ultima classifica era più corta rispetto alle altre. Non è che la Juve possa sempre vincere con distacchi pirenaici, qui devo difendere la palla. Il Milan ha cambiato otto undicesimi della formazione-tipo, comprando buoni giocatori, da Musacchio a Kessié, da Rodriguez a Biglia, da Conti a Chalanoglu. È una scelta opposta a quella del Napoli, può dare frutti e comunque una rifondazione era necessaria. Montella ha molti trequartisti, forse troppi. Manca una punta da 15 gol. La difesa è fortissima».

Spalletti e la sua ex squadra: «È il miglior acquisto, uno dei tecnici che sanno dare un gioco, e non sono tanti. Manca un faro di centrocampo. Può esserlo Borja Valero se non è quello grigio dell’ultima stagione. Istintivamente direi che non è da scudetto, in verità nessuno sa quello che può valere. Sono curioso. La Roma, vi anticipo, è meno forte. Ha problemi in tutti i reparti. Va bene fare cassa, ma Salah non l’avrei venduto. Era la sua velocità, non sempre unita alla precisione, ad aprire le difese e favorire i gol di Dzeko. Stimo Di Francesco, fin qui ha dimostrato di essere bravo con i giovani ma a Roma dovrà badare anche a qualche primadonna. Non alludo a Totti, che ha chiuso e sarà spesso evocato o invocato. Certe sue invenzioni ci mancheranno».

 

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