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Han il nordcoreano che incanta Perugia tra una tripletta e un intrigo internazionale

La tripletta contro l’Entella, ma anche i risvolti politici e i possibili legami col governo di Pyongyang. Una storia di calcio, ma non solo.

Han il nordcoreano che incanta Perugia tra una tripletta e un intrigo internazionale

Perugia, Asia

L’Estremo Oriente del calcio ha una succursale a Perugia. 19 anni dopo Nakata, ecco il terzo calciatore con una nazionalità dell’Asia più a Est a far innamorare la città umbra. Ahn Jung-hwan, sudcoreano, non c’era riuscito perfettamente. Ora il tentativo tocca a Han Kwang-Song, nordcoreano importato dal Cagliari da quest’anno in prestito ai Grifoni. Non è da solo, il ragazzo di Pyongyang: insieme a lui, il connazionale Choe Song Hyok. Sono entrambi 19enni, la loro è una storia di calcio che non può non intrecciarsi con la politica. Noi, però, iniziamo a parlare di pallone. E allora ci vediamo la prima tripletta di un calciatore asiatico nei nostri campionati maggiori. Nakata, all’esordio in maglia biancorossa, realizzò una doppietta – contro la Juventus. Han ha fatto ancora meglio, quindi.

Entella-Perugia 1-5 è il sorriso del giovane Han, velocissimo a realizzare i primi due gol, molto simili, con due progressioni sublimate in altrettante conclusioni di destro. Ancora più bello il terzo gol, una specie di colpo da biliardo al volo, in diagonale, che ha sorpreso il portiere avversario. Tre gol, come si diceva una volta, di pregevolissima fattura. E che non sono una sorpresa, in realtà. Chi ha seguito il finale di campionato del Cagliari, nella scorsa stagione, ricorderà gli ottimi esordi di Han. Rastelli gli ha concesso cinque apparizioni in maglia rossoblu, lui ha anche realizzato il primo gol nordcoreano nella storia del nostro calcio. Di testa, quasi a voler completare un campionario di giocate decisamente vario. Sotto, le immagini della rete realizzata contro al Torino. Singolare e suggestivo il fatto che Han indossi la riproduzione della maglia con cui i sardi conquistarono lo scudetto del 1970. Integrazione e tradizione, una splendida storia.

Intrigo internazionale

La storia di Song Hyok Choe è meno pulita rispetto a quella del connazionale. Il secondo nordcoreano del Perugia è stato infatti acquistato dalla Fiorentina – per la squadra Primavera – due anni fa, poi da quest’anno è inserito nell’organico del Perugia. Ieri è stato convocato, ma non era in campo. Eppure, com’è facilmente immaginabile, il destino dei due calciatori è strettamente collegato. Perché entrambi, a loro volta, sembrano poter avere dei legami forti con il governo di Pyongyang. Un’istituzione che, come sappiamo, non brilla certo per rispetto dei diritti umani o per libertà concessa ai suoi “cittadini”.

Interessante, in questo senso, la lettura di un articolo di Umbria On. Il problema legato ai due gioiellini del Grifone riguarda una possibile violazione dell’embargo internazionale nei confronti della Nord Korea. Scrive così, Umbria On: «La Corea del Nord, a causa dei suoi test nucleari, è attualmente soggetta a embargo economico da parte di Usa, Cina e Unione Europea, quindi anche dal nostro Paese. Ciò significa che non si possono intrattenere relazioni commerciali che in qualche modo finanzino quel governo. E qui veniamo al punto: l’arrivo di calciatori nordcoreani, acquistati e messi sotto contratto da squadre italiane (ma non solo: ce ne sono diversi in Europa), costituisce violazione di embargo?».

Contatti con la stampa

La domanda sorge spontanea quando si conosce la “natura” della Federcalcio di Pyongyang. Che, ovviamente, è legata a doppio filo con il “governo” di Kim Jong-un. Inoltre, un altro problema è rappresentato dai contatti con la stampa. Che, secondo l’indottrinamento del governo, devono essere limitati al minimo. Leggiamo: «Perché Choe Song Hyok non è stato presentato? Han ha tenuto una conferenza stampa, ma le sue difficoltà con la lingua sembravano evidenti. Choe, invece, ha frequentato la scuola di italiano e altri giornali sportivi scrivono che parla italiano e chi lo ha visto giocare dice che sembra capire bene le indicazioni del mister».

Il problema potrebbe dipendere dalle «misure di sorveglianza valgono a maggior ragione per i nordcoreani che si trovano all’estero, a cui vengono normalmente negati contatti con la stampa, mentre le relazioni con i colleghi stranieri sono limitate a quanto strettamente necessario per l’effettiva esecuzione del lavoro».

Queste limitazioni sarebbero spiegate nel rapporto “Human Rights and North Korea’s Overseas Labor: Dilemmas and Policy Challenges”, del 2015. Inoltre, i lavoratori avrebbero una tassazione particolare: «Il 70% dello stipendio deve essere devoluto all’autorità, mentre solo il 30 per cento resta al dipendente. Una parte di quest’ultima percentuale, tra l’altro, è utilizzata per sostenere il partito al governo. Tale sostegno è obbligatorio per ogni cittadino nordcoreano».

Interrogazione parlamentare

C’è un’interrogazione parlamentare sul caso, ma i club italiani non sembrano coinvolti in illeciti. Del resto, loro versano gli emolumenti ai calciatori, che poi hanno diritto di farne ciò che vogliono. In questo modo, le aziende del nostro paese non violano il quadro sanzionatorio nei confronti della Nord Korea. Intanto, però, il sottosegretario del governo Benedetto Della Vedova ha spiegato che l’Italia «continuerà a monitorare attentamente tutte le transazioni finanziarie concernenti l’ingaggio di calciatori nord-coreani da parte di club del nostro paese».

Nel frattempo, Han dovrà confermare le attese che ormai si sono inevitabilmente concentrate attorno a lui, a questo inizio. E a questa storia bellissima di calcio giocato, nella speranza che sia il più lontana possibile da una certa politica.

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