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Il Corsera sul Var: «Le polemiche non cambiano, serve decidere in pochi secondi»

Continua la campagna di diffidenza dei giornali italiani sul Var. Casarin: «Si perde ancora troppo tempo prima di prendere una decisione definitiva».

Spiegazioni e commenti

Di nuovo il Corriere della Sera, di nuovo il Var. Il nuovo sistema di aiuto tecnologico agli arbitri ha fatto molto discutere, soprattutto i grandi colossi della stampa italiana. Che continuano in questa loro campagna di diffidenza, e basta leggere il testo introduttivo alla paginata dedicata per rendersene conto. Scrive così, il Corsera: «Ci siamo quasi, la grande ora della Var s’avvicina: comunque la si veda, che piaccia o non piaccia l’idea di un Grande Fratello che (forse)tutto vede (e provvede), da qui in poi il calcio non sarà più lo stesso. Per lo meno il nostro di calcio, visto che la video assistenza per gli arbitri entra in vigore in serie A, mica ovunque: la Premier e la Liga la introdurranno solo dal 2018/19, la Champions chissà. […] Ad ogni modo, dopo un’estate piena di polemiche, soprattutto sulle modalità pratiche e sulle tempistiche degli interventi, da noi si parte. Fra molta curiosità, altrettanti dubbi e una grande marmorea certezza: potrà anche cambiare tutto, ma le polemiche no».

Le polemiche, in realtà, sono più autoindotte che altro. Perché, almeno secondo noi, se il Var funziona non c’è motivo di recriminare sul tempo. È solo una questione di abitudine, di adattamento. Alle nuove possibilità, che però a loro volta generano nuove tempistiche. Il gioco vale la candela.

Casarin

Il problema del tempo viene “segnalato” anche da Paolo Casarin, in un commento pubblicato a supporto della spiegazione sul funzionamento del sistema, sui suoi campi di utilizzo. Leggiamo: «Sarà una vera svolta, che renderà più credibile l’esito stesso delle partite. Nelle gare di precampionato, la video assistenza è stata messa spesso sotto accusa, ma l’unico problema è stato quello della lentezza delle procedure. Si perde ancora troppo tempo prima di prendere una decisione definitiva, ma questo dipende anche dalle capacità di un arbitro». Ci sfugge ancora quale sia il problema in relazione al tempo.

E ancora: «Gli arbitri però devono imparare a collaborare con la tecnologia, senza per questo sentirsi sminuiti nel loro ruolo. Chi sta in regia ha la possibilità di vedere e rivedere un episodio che l’arbitro ha osservato, più o meno bene, una sola volta. La Var svelerà le capacità degli arbitri». Vedremo.

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