ilNapolista

Atletico Madrid, poco calciomercato per risanare il debito per lo stadio (in 6-7 anni)

L’ad colchoneros Gil avvisa i tifosi: «Nuovi soci, sponsor e diritti TV ci aiuteranno ad ammortizzare lo stadio, a patto di continuare a crescere così».

Atletico Madrid, poco calciomercato per risanare il debito per lo stadio (in 6-7 anni)

Obiettivo risanamento debito

L’Atletico Madrid ha salutato a maggio scorso il suo stadio Vicente Calderòn, per far posto al Wanda Metropolitano. Calcio&Finanza propone un’interessante intervista che l’ad Gil ha rilasciato al sito ufficiale dell’Atletico riguardante la futura politica economica del club

«I ricavi aggiuntivi dallo stadio serviranno inizialmente ad ammortizzare le spese effettuate per la costruzione. Il nostro business plan è conservativo, prevede che l’investimento netto nel Wanda Metropolitano sarà completamente ammortizzato in 6 o 7 stagioni. Per investimento netto, intendiamo il costo totale del nuovo stadio meno la cifra ottenuta dalla vendita dei diritti di edificabilità del Vicente Calderon. Sarà possibile investire sia nello stadio che nella squadra allo stesso tempo, a patto che continuiamo a crescere come stiamo facendo».

Queste parole spiegano che, per i prossimi anni, la squadra di Simeone investirà solo dove necessario sull’acquisto dei calciatori, e di certo non cifre spropositate. Piuttosto si continuerà a trattenere i campioni, quando possibile, e a migliorare il settore giovanile, che da anni sforna talenti come Koke.

Come si risanerà il debito?

L’amministratore delegato spiega come verranno gestite entrate e uscite del futuro: «La gestione del nuovo stadio; i ricavi provenienti dal nuovo format della Champions League dalla prossima stagione; i nuovi accordi in crescita per i diritti tv della Liga dal 2019; i possibili nuovi sponsor; l’aumento continuo dei nostri soci. Tutto questo insieme sarà quello che ci permetterà di garantire una crescita continua e consolidare l’Atletico Madrid come uno dei club più forti e attraenti del calcio mondiale»

È chiaro che per sostenere grandi spese, bisogna avere grandi guadagni. Questa condizione per l’Atletico non è limitante dato che è una squadra che da molti anni ormai è al top. Sia sul fronte nazionale che internazionale, i colchoneros hanno ormai raggiunto un livello che permette di raggiungere un certo equilibrio al bilancio. Da tener conto è il mercato in uscita, che per il club rappresenta una parte importante degli introiti da circa una decina di anni. Tra le fila colchoneros sono passati campioni come Aguero, Diego Costa, Falcao, e tutti hanno fruttato valanghe di milioni. La scelta di migliorare le strutture del club nasce quindi da una politica di miglioramento continua, affermata e affermatasi negli anni. Che ha portato a grandi risultati, a una partecipazione stabile (e di successo) alla Champions.

Divisione dei guadagni

La dirigenza dell’Atletico ha chiarito come ha intenzione di dividere gli introiti senza creare scompensi: «L’aumento dei ricavi derivanti dalla partecipazione alla Champions League e ai diritti tv della Liga saranno destinati interamente alla crescita del monte ingaggi della squadra, mentre i ricavi aggiuntivi dallo stadio serviranno ad ammortizzare gli investimenti effettuati per la costruzione».

Non poteva essere più chiaro di così: quasi un 50%-50%, la divisione verrà fatta alla pari, perché non va dimenticato che la squadra ha i suoi costi. Gil sottolinea come le spese della squadra dal 2010 al 2018 siano triplicate.

«Quando abbiamo vinto l’Europa League nel 2009/10, il nostro fatturato era di 122 milioni e il monte ingaggi di tecnici e giocatori più gli ammortamenti erano complessivamente di 80 milioni. Nella stagione 2017/18, prevediamo un fatturato di circa 340 milioni, mentre i salari di giocatori e tecnici, più gli ammortamenti, si aggireranno sui 260 milioni». La costruzione del nuovo stadio si inserisce in un circuito virtuoso, tra calciomercato e prove dal campo. È servito quasi un decennio di grandi risultati, all’Atletico, per raggiungere questo obiettivo; serviranno sei-sette stagioni perché i benefici di quest’opera possano diventare così grandi da cancellarne i costi, e i sacrifici.

ilnapolista © riproduzione riservata