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La Verità: «Bonucci voleva lo stesso ingaggio di Higuain, Agnelli non può più fare il presidente»

Gigi Moncalvo racconta un po’ del momento Juve sul quotidiano di Belpietro: «Un calciatore (Bonucci, ndr) non può comandare uno spogliatoio».

La Verità: «Bonucci voleva lo stesso ingaggio di Higuain, Agnelli non può più fare il presidente»

L’articolo su La Verità

«Andrea Agnelli non è più in grado di fare il presidente». Parole e musica di Gigi Moncalvo, che sull’edizione de La Verità stamattina in edicola scrive in maniera non proprio entusiasta del momento della Juventus. E della cessione di Bonucci. Secondo lui tutto partirebbe dall’alto. Da Agnelli, appunto. Che, secondo un “amico fidato”, sarebbe «troppo impegnato sentimentalmente» per continuare a gestire la squadra. Ecco perché tutto è «in mano a Marotta». Non c’entra Cardiff e non c’entrerebbe neanche il processo che potrebbe portare alla squalifica e alle dimissioni di Agnelli. Secondo questo “amico”, al presidente «non frega nulla di quello che succede intorno. Vuole essere solo di Deniz e di sua figlia, ha pure uno splendido rapporto con la bambina di Francesco Calvo». Ovvero, l’ex direttore marketing della Juventus ed ex marito di Deniz.

Il pezzo di Moncalvo – sempre attraverso le parole di questo “amico” – spiega anche che la faida Agnelli-Elkann in realtà è molto più attenuata rispetto ai racconti più recenti. Fa una ricostruzione dei rapporti interni alla famiglia Agnelli, racconta i retroscena. E poi passa a Bonucci. Leggiamo: «La verità è che un giocatore non può pretendere di comandare uno spogliatoio. Non bisogna dimenticare che nella scelta di Bonucci ha pesato una circostanza chiave: Alessandro Lucci, il suo procuratore, cura anche gli interessi di Montella. Così è stato tutto più facile». Si parla anche di stipendio, e di malcontenti vari in questo senso: «Bonucci non sopportava di non avere un ingaggio da top player come Higuain e Dybala. La lite negli spogliatoi? Tutto può essere, ma Bonucci e Barzagli sono fratelli, più che amici».

Allegri

C’è anche un piccolo passo sul tecnico livornese. Leggiamo: «La sfuriata sul campo a Doha, dopo la sconfitta con il Milan, era stata un pessimo segnale. Agnelli non voleva rinnovargli il contratto, aveva già opzionato Simeone. Sperava nel successo in Champions, così che Allegri potesse andar via da trionfatore».

Insomma, casa Juve ribolle ancora, almeno secondo questa ricostruzione. E Bonucci è andato via per un mix di motivazioni ben lontane dai concetti di stimoli nuovi e progetti finiti e vincenti. Ma non era molto difficile immaginarselo.

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