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L’urlo di Spalletti: anche all’Inter il tecnico vuole un momento di coesione prima delle partite

La Gazzetta spiega come Spalletti vorrebbe riproporre il gesto che la sua Roma utilizzava per caricarsi. Ma anche questo dipende dal… calciomercato.

L’articolo della Gazzetta

Un pezzo di colore, sulla Gazzetta, per raccontare un rito nello spogliatoio dell’Inter. Anzi, diciamola meglio: un rito che Spalletti, dopo Roma, vorrebbe traslare nella sua avventura milanese. Praticamente, i calciatori si riuniscono prima della partita, si mettono in cerchio e urlano la propria fedeltà alla squadra, alla maglia. Al calcio, in un certo senso. Come il Napoli di Benitez al secondo anno, che in campo, prima di ogni partita, costruiva un cerchio di abbracci e poi si disponeva in campo.

«Un gesto del genere sarebbe importante anche per la cosiddetta seconda squadra, cioè chi non gioca dall’inizio e per lo staff tecnico. Sono addirittura tornato negli spogliatoi per prendere il mio cellulare e mostrare ad Ausilio, Gardini e Sabatini un video molto indicativo».

Secondo la rosea, Spalletti sta cercando in questo modo di «inculcare uno spirito», di costruire quindi un’identità nerazzurra. Ma non si sfugge mai all’ansia di calciomercato, anche quando c’entra poco: «Per fare bene questo urlo,  bisognerà aspettare
la fine del mercato, quando la rosa sarà definitiva e non si rischierà il paradosso di chiedere a qualcuno di morire per una maglia che non sente più sua. Anche Joao Mario ha parlato in questi termini alla Gazzetta: “L’urlo può essere una buona cosa, ma bisogna che ci credano tutti. Io non avrei problemi. Ma prima bisogna parlarne tutti insieme“». Anche certi gesti, oramai, sono legati all’addio o alla permanenza dei calciatori. Non c’è più romanticismo.

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