ilNapolista

Il peso della Champions per la Serie A: quattro posti sono un manna, ma una delle cinque big resterà fuori

Juventus, Inter, Milan, Roma e Napoli si contenderanno l’accesso alla Champions, una resterà fuori: sarà un bel guaio, dopo, sostenere certi ingaggi.

Il peso della Champions per la Serie A: quattro posti sono un manna, ma una delle cinque big resterà fuori

L’articolo del Corriere della Sera 

La lettura è molto interessante, ed è firmata da Guido De Carolis sul Corriere della Sera. L’aumento dei posti in Champions League è una manna dal cielo per il nostro calcio, ma non cambia la sostanza delle cose per i club. Perché se prima le big potenzialmente fuori dalla Champions erano almeno due, oggi ne resterebbe fuori comunque una. Succede ovunque, ma da noi la situazione è più complicata.

Perché se gli stipendi sono quelli di un club che punta a giocare la massima competizione internazionale, non riuscire a qualificarsi potrebbe essere un problema davvero grosso. Ne sa qualcosa l’Inter, in difficoltà con il Fair Play finanziario proprio per i mancati introiti-Champions. Ne sa qualcosa il Milan, che per scongiurare ogni pericolo ha letteralmente aggredito il primo calciomercato con la nuova proprietà.

La Champions ha quindi fatto alzare gli stipendi ben oltre il livello di guardia. È una conseguenza inevitabile, i costi di cartellini e ingaggi seguono andamento direttamente proporzionale. E poi c’è la Uefa, come detto, con il FFP. Scrive così, il Corsera: «L’Italia dalla stagione 2018-19 avrà 4 posti garantiti nei gironi, un eldorado da non farsi sfuggire. Il fair play Uefa impone paletti rigidi: bisogna avere bilanci sostenibili. Per farlo fissa un paletto sul monte ingaggi da tenere entro il 50-60% del fatturato. Apparentemente le prime cinque squadre italiane (Juventus, Napoli, Roma, Milan e Inter) lo rispettano».

Le cifre

Vediamo come lo rispettano: «Tralasciando le spese per i cartellini e concentrandosi sul monte ingaggi, allo stato attuale il Milan spenderebbe circa 115 milioni (lordi) in stipendi. Nel 2016 il fatturato è stato di 236 milioni, quest’anno dovrebbe arrivare a superare i 250. In Serie A a spendere più di tutti per gli stipendi è la Juventus con un monte ingaggi di circa 145 milioni. I bianconeri però sono una macchina da soldi e le stime del 2016-17 parlano di un fatturato di circa 540 milioni. A spingere la Juventus è stata la Champions League. I campioni d’Italia hanno incassato più di tutti in Europa. L’Uefa gli ha pagato 109 milioni, 30 più del Real Madrid (80) che pure la coppa l’ha vinta».

Napoli, Inter e Roma: «Subito dietro il Napoli che ne ha intascati 65. Il club di De Laurentiis, accorto nella gestione, ha un fatturato stimato nel 2017 di 307 milioni e a oggi un monte ingaggi di circa 105, dietro Juve, Milan e Inter. L’esclusione dalla Champions pesa sulle spalle dei nerazzurri che comunque, grazie alle varie partnership con Suning, hanno aumentato i ricavi e dovrebbero fatturare nel 2016-17 circa 270 milioni. Anche qui il monte ingaggi è una voce alta: 110 milioni. Grazie alle varie cessioni la Roma ha abbassato il tetto stipendi a circa 90 milioni. Grazie ai proventi della Champions League (68,4 milioni), i giallorossi nel 2015-16 avevano un valore della produzione di 311 milioni. L’ultima stagione però sono rimasti fuori e il fatturato calerà».

I ricavi alternativi sono bassi

La qualificazione europea diventa fondamentale, dunque, per sostenere costi del lavoro sempre più alti. Anche perché, lo spiega sempre il Corsera, gli introiti alternativi sono decisamente bassi. Sponsorizzazioni e ricavi commerciali non sono pane per i nostri denti, tanto che i club russi (oltre, ovviamente a quelli inglesi, spagnoli, tedeschi e francesi) guadagnano più di noi. Giusto per segnare le differenze: 1,3 miliardi per 20 club della Premier, 386 per altrettanti in Serie A. Ora sembrano esserci cinque club davvero in grado di competere, anche economicamente, per entrare in Champions. Uno resterà fuori, a meno di miracoli (vittoria di una delle due coppe europee). Il rischio, si conclude proprio così il pezzo di De Carolis, è di «rimanere col cerino in mano».

ilnapolista © riproduzione riservata