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Il caso Schick, ovvero la Juventus che ha ragione da vendere

La ricostruzione della Gazzetta non lascia dubbi: Schick ha un problema non grave, ma l’investimento non è sicuro sul breve e sul lungo. La Juve non poteva fare diversamente.

Il caso Schick, ovvero la Juventus che ha ragione da vendere

L’articolo della Gazzetta

Basta aprire i giornali di questa mattina e scordarsi per un attimo la vita goliardica del tifoso, quella sempre pronta allo sfottò. La Juve che molla Schick e “sbaglia” un’operazione di mercato rivela la frangibilità “umana” del club bianconero. Che, però. ha tenuto un comportamento giusto, inappuntabile. Perché il ragazzo ha dei problemi, forse anche abbastanza gravi, e una società di calcio non può investire (tanti) soldi con questo rischio. Anzi, con il rischio più grave di tutti: quello che riguarda la salute di un atleta.

La giornata di ieri è convulsa. Si aspettano gli esiti delle visite-bis al Gemelli, poi in serata arriva la notizia. Comunicato (scarno) e congiunto di Juve e Sampdoria, affare saltato. Non parla Ferrero, nessuna uscita all’attacco. Chi legge tra le righe capisce anche da questo che qualcosa di vero c’è. Sì, ma cosa? Leggiamo la Gazzetta: «Patrik Schick non aveva certo un raffreddore, anzi per un po’ sarà obbligato a rinunciare al campo. E poi non sarà un giocatore della Juve». Basterebbe già questo.

Ancora: «Il professor Zeppilli, cardiologo responsabile dell’Unità di Medicina dello Sport del Gemelli di Roma, ha fornito lunedì sera la consulenza richiesta della Samp. Sentenza:Il giocatore ha un problema (coperto da privacy), non grave e non genetico, ma meritevole di attenzione e prudenza. Servirà monitoraggio, riposo, probabilmente terapie ma nessun intervento. E non c’è certezza sui tempi di recupero. Non è escluso che si allunghino o accorcino rispetto alle previsioni di questi giorni. Ma niente allarme rosso. In base al referto del Gemelli, è presumibile che servirà aspettare settembre per rifare gli accertamenti di secondo livello: quelli a cui Patrik è stato sottoposto per la prima volta al J Medical (e mai prima). Più semplicemente, un nuovo focus specialistico per l’idoneità».

Cosa doveva fare la Juve?

Quindi, la situazione è davvero semplice: viene riscontrato un problema per Schick durante le visite mediche; è un fulmine a ciel sereno, ma il referto viene confermato da un ospedale “super-partes”; non si sa quando (forse anche se) il calciatore potrà tornare ad allenarsi. Cosa doveva fare la Juve? Investire lo stesso una qualsiasi somma (a maggior ragione 30 milioni e più) senza avere alcun tipo di certezza a breve termine? No, non doveva farlo. Se le cose sono andate davvero così, e non c’è motivo per credere altrimenti (Ferrero non parla, remember), la decisione della Juve è quella più giusta e sensata e inattaccabile.

Anzi, secondo la Gazzetta i bianconeri avrebbero anche offerto un cambio di formula del trasferimento (prestito con riscatto legato alle presenze). Certo, questa era una scelta dettata dalla voglia di non “perdere” definitivamente il calciatore, ma ha offerto alla Sampdoria una possibile scappatoia per ogni evoluzione del caso. Ora non bisognerà fare altro che aspettare. Schick potrebbe tornare presto disponibile, anzi prestissimo, e a quel punto il mercato sarà ancora aperto. Secondo la rosea, Inter e Roma sono in corsa per lui con Paris SaintGermain e Tottenham. In caso di mancata idoneità, tutto si sposterà a gennaio. Mentre i tifosi criticano la Juve, che ha fatto semplicemente quello che doveva e poteva fare. Come club, come azienda, come istituzione. Non ha sbagliato, si è rivelata frangibile perché passabile di sventura. Capita. Una volta per uno, per una volta anche ai migliori.

 

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