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Raiola: «Se fossi in De Laurentiis, starei zitto: è troppo innamorato del Napoli»

Intervista di Mino Raiola al Corriere dello Sport: «Io non avrei mai comprato Higuain per una cifra così alta. Alla fine ha avuto ragione la Juve».

Raiola: «Se fossi in De Laurentiis, starei zitto: è troppo innamorato del Napoli»
Mino Raiola

L’intervista al Corriere dello Sport

Mino Raiola dice la sua. Sul calcio, inteso come sistema generale. Ma anche sul Napoli, sulla Juventus, su Higuain. Ripercorre un po’ l’ultima stagione dal suo punto di vista. Quello del mercato. Inizia a parlare del club partenopeo e del suo presidente in riferimento a una domanda su Andrea Agnelli: «Hai notato il modo con il quale Agnelli calibra le sue sortite pubbliche, le interviste, gli interventi sui media? Si comporta in maniera opposta rispetto a De Laurentiis. Se fossi il presidente del Napoli, non parlerei più per un po’, anche per evitare di essere male interpretato a causa del troppo amore per il Napoli. Troppo amore, a volte, fa male».

Il mercato, con riferimento all’operazione-Higuain: «Io non avrei mai comprato l’argentino per una somma simile. Invece, alla fine, ha avuto ragione la Juve: grazie anche ai gol di Higuain, ha vinto il sesto scudetto consecutivo, la terza Coppa Italia di fila ed è arrivata alla finale di Champions nelle ultime tre edizioni. Per sovrammercato, ha pure indebolito il Napoli che gioca sì un calcio meraviglioso, ma dove sarebbe arrivato se avesse tenuto Higuain?». Ovviamente, un ras del mercato tira acqua al mulino, a quello del suo sistema. I numeri dicono che il Napoli senza Higuain non si è indebolito, anzi. Però, come dire: a ognuno la sua verità.

Svecchiare il calcio.

Raiola, però, è d’accordo con De Laurentiis su un punto in particolare: il sistema calcio. Da modificare perché da svecchiare. Leggiamo come: «Non sopporto più la palude, il gattopardismo, i poltronisti che non se ne vanno mai. Sono scomodo perché
dico quello che penso, ma, crescendo in Olanda, ho imparato una massima di vita: il peggior errore che un u mo possa commettere è tacere quando deve parlare. Sono fiero di essere italiano e ti garantisco che, se mi facessero ministro dello sport, con pieni poteri, in cinque anni cambierei tutto. A cominciare dagli stadi: tranne alcune rare eccezioni, sono vecchi, obsoleti, insicuri».

«Lo sai qual è stata la prima cosa che ha fatto il nuovo proprietario dell’Everton, il multimilionario iraniano Fahrad Moshiri, insieme con i suoi soci? Ha stanziato 350 milioni di sterline per costruire il nuovo Goodison Park in una delle insenature del porto di Liverpool, il Bramley Moore Dock, a Nord rispetto al centro. Oltre allo stadio, l’intera zona verrà riqualificata, sorgeranno un centro residenziale e uno di edilizia popolare, apriranno nuove attività commerciali e di divertimento. E sai che cosa ha detto il sindaco di Liverpool? “Da parte nostra ci sarà il massimo supporto e la massima disponibilità così come abbiamo fatto con il Liverpool per la costruzione della Main Stand”. Bene, no?».

«Invece, sette anni fa, il gruppo cinese che voleva acquistare l’Inter da Moratti (non era Suning), quando seppe che, per costruire un nuovo impianto a Rogoredo ci sarebbero voluti dai sette ai dieci anni, scappò a gambe levate». Giustamente, viene da dire.

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