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Mertens, il vario nueve con numeri da grande centravanti

La definizione di Adani, i numeri di una stagione strepitosa. L’adattamento di Mertens al Napoli e del Napoli a Mertens è una storia bellissima.

Mertens, il vario nueve con numeri da grande centravanti
Mertens, ancora una grande partita del belga

Come gioca Mertens

Con queste premesse di gioco, la presenza in campo di Dries Mertens diventa fondamentale. Per il belga, ieri sera, è arrivata probabilmente la definizione migliore da parte di Daniele Adani. Nel postpartita Sky, l’ex difensore di Brescia e Inter ha definito Mertens come un vario nueve. Ovvero, un centravanti puro nella fase di conclusione ma anche un calciatore in grado di svolgere altre mansioni, più creative. Questa condizione la leggi nei numeri di ieri sera: Mertens ha tirato per 5 volte verso la porta, 2 gol e un palo; allo stesso modo, ha costruito 3 occasioni da gol (un assist e 2 passaggi chiave) e soprattutto ha occupato una posizione difficilmente leggibile da una difesa a tre schierata contro un tridente largo come quello di Sarri.

Ha scritto così, questa mattina, Alfonso Fasano nella sua analisi tattica. In questo testo, c’è un racconto di Dries Mertens che però non si ferma a Napoli-Fiorentina. Anzi, che arriva a Napoli-Fiorentina partendo da lontano. Da quella conversione di cui abbiamo parlato in ogni modo e in mille articoli, che abbiamo esplorato in ogni suo anfratto. E che trova testimonianza in numeri clamorosi. Come attaccante, ovvero finalizzatore. Come uomo d’attacco, che è una cosa più ampia. E complessa.

I numeri

Li abbiamo voluti isolare in un paragrafo a parte. Tutti quelli che ci venivano in mente. Semplicemente, senza arzigogoli letterari. Duri, puri, crudi.

  • 27 gol in campionato, di cui 21 nelle ultime 20 giocate (19 da titolare)
  • Media gol in campionato: un gol ogni 91′
  • 33 gol stagionali, uno ogni 95′
  • 11 assist in campionato, 9 nelle ultime 20 giocate (19 da titolare)
  • 4 assist in Champions League
  • Totale di 33 gol e 15 assist in 3125 minuti stagionali
  • Un gol o un assist decisivo ogni 65′ di gioco
  • 33 passaggi chiave in campionato
  • 60% di shot accuracy. Traduzione: 6 tiri su 10, indipendentemente dalla posizione, finiscono nello specchio della porta.

Il vario nueve

Sta nella varietà dei numeri che abbiamo letto sopra, e perdonateci la ripetizione, la definizione di Lele Adani- Vario nueve. Perfetta, perché sintetizza il senso di Dries Mertens per il Napoli. Un calciatore in grado di adattarsi e insieme adattare la squadra. Il Napoli si abitua a Mertens, Mertens si abitua al Napoli. Nel modo di intendere l’appoggio del centravanti, il lavoro associativo come uomo di raccordo del numero nove. Un set di compiti e movimenti che erano stati cuciti addosso a Higuain, e che sono stati riveduti e corretti da e con Mertens. Meno fisico, più veloce e verticale. Più frenetico, meno ordinato ma anche più spettacolare. Meno protezione della palla, più scambi veloci con i compagni.

L’altro processo di adattamento è quello nella fase di finalizzazione. Sarri si è espresso più volte, in questo senso, nel postpartita di ieri sera. «Mertens attacca la porta nel modo migliore, oggi». Parole dette, ridette e sottolineate dal tecnico toscano subito dopo la vittoria contro la Fiorentina. Il Napoli serve Mertens in un modo che è perfetto per Mertens. Sui piedi e non sulla testa, ma questa è una banalizzazione riferita ai centimetri (di altezza). È un concetto che va oltre, perché premia un altro modo di intendere il servizio per la prima punta. Si cerca il tiro, alternativamente il tocco a superare il portiere. Si cerca quello che sa fare Mertens. E si trova, altroché. 33 volte in stagione.

Lavoro

E poi c’è tutta la roba di contorno. Che poi non è contorno, e lo sappiamo. Se ne sono accorti Insigne e Callejon. Ieri sera, per esempio, Lorenzo ha segnato su tocco smarcante di Dries. Come a Torino. Come contro il Cagliari. Un’armonia. Un sorriso, un abbraccio. Il trionfo dell’amicizia, come scritto da Ilaria Puglia qualche pagella fa.

Prima abbiamo parlato del lavoro associativo, che si legge tra le righe di quelle statistiche. È roba da centravanti moderno, che serve quando una squadra gioca con un sistema tanto strutturato. Tanto organico. E tanto “utile”, per gli attaccanti: chi gioca come centravanti, nel Napoli, segna. Higuain, Milik, Mertens. Persino Gabbiadini, quello che faceva più fatica. Un tempo che sembra lontano, quello di Manolo. L’abbiamo dimenticato. Ci ha pensato Dries Mertens. Il vario nueve. Il vero nueve.

Dries Mertens è una certezza per il futuro, ormai. A Dimaro 2016 lo vedemmo qualche minuto in quello che sarebbe diventato il suo nuovo ruolo. A Dimaro 2017, dove pare ci sarà, vedremo se ci potremmo aspettare qualche altra diavoleria. Non sarebbe male. Sarebbe possibile, visti i precedenti.

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